Le primarie 2019 del Partito Democratico

Primarie Pd, vince Nicola Zingaretti: "Siamo tra il 65 e il 70%. Grazie all'Italia che non si piega a un governo pericoloso". Affluenza oltre 1 milione e 700mila

di TIZIANA TESTA
Nicola Zingaretti nel comitato elettorale dopo la vittoria  (ansa)
Il neosegretario: "Gli elettori stanno tornando, ora unità e cambiamento. Non sono il capo ma il leader di una comunità". Martina, secondo, dice: "Siamo in buone mani". Giachetti terzo: "Altro che macerie". Ma è battaglia sui dati. Renzi: "Vittoria bella e netta. Ora basta fuoco amico". Gentiloni: "Può ridare slancio all'opposizione". Salvini: "Sono al minimo storico". Fico: "Buon lavoro"
"Viva la democrazia italiana. Si è riaccesa la speranza". Nicola Zingaretti è il nuovo segretario del Partito democratico, ha vinto le primarie con una maggioranza ampia, anche se i risultati sono parziali e lo spoglio riprenderà in mattinata. Il suo primo discorso è stato un inno all'unità, ma anche al cambiamento. "Siamo tra il 65 e il 70 per cento dei voti. Grazie all'Italia che non si piega a un governo pericoloso", ha detto parlando nel suo comitato vicino al Circo Massimo. E subito ha ringraziato gli altri due candidati: "Abbiamo dato una buona immagine di confronto nella battaglia politica in questo Paese ferito".

Ha dedicato la vittoria a Greta, la ragazza svedese che si batte per la salvezza del pianeta. A quelli che il 15 marzo scenderanno in piazza per la stessa causa. Ai 5 milioni di poveri e ai troppi "giovani disoccupati che il potere ignora". Ma soprattutto ha tracciato l'identikit del nuovo Pd: "Non sono il capo, ma il leader di una comunità. Molti elettori che hanno votato per altre forze politiche stanno tornando. Da domani unità e cambiamento". Poi ha scherzato, riferendosi a Matteo Renzi e al suo ultimo libro, Un'altra strada: "Mi ha fregato il titolo".

I dati

Il dato di Zingaretti oscilla per tutta la serata. Sfiora il 70 per cento. Poi, dopo mezzanotte, fonti Pd fanno sapere che - secondo dati relativi al 10% dei votanti - Nicola Zingaretti si attesta al 63%, Maurizio Martina al 24,5%, Roberto Giachetti al 12,5%. Il comitato Zingaretti ha altri dati: dà il governatore intorno al 69 per cento, Martina al 19, Giachetti al 12. Lo scrutinio riprenderà in mattinata, c'è una battaglia sulle cifre, di sicuro Zingaretti è andato ben oltre la maggioranza assoluta necessaria per l'elezione a segretario subito, senza bisogno di un ballottaggio in assemblea nazionale.

Giachetti è stato il primo ad ammettere la sconfitta: "Zingaretti è il nuovo segretario", ha twittato quando mancava un quarto d'ora alle 21.


Subito dopo anche Martina si complimenta: "Buon lavoro, segretario". E in conferenza stampa dice: "Lavoreremo fianco a fianco. Il Pd è in buone mani". Gli dedica anche la maglietta della campagna, "siamo somma non divisione". Insomma, per una sera,  sembra prevalere l'unità interna.


 

I big del partito e lo spirito unitario

Al nuovo segretario arriva anche il riconoscimento di Renzi che parla di una vittoria "bella e netta" di Zingaretti. E aggiunge: "Ora basta fuoco amico". E Paolo Gentiloni, che è stato uno degli sponsor del governatore del Lazio: "Ora Zingaretti può ridare slancio al Pd e all'opposizione". Veltroni, fondatore dem: "Sono un papà felice, dicevano che il Pd era morto". Ai gazebo in giornata sono tornati anche Enrico Letta e Romano Prodi. E il professore fa capire che potrebbe rientrare nel Pd. "Tornerà?", gli chiedono. "A certe condizioni, sì".



L'affluenza

Ma il successo, sul piano della partecipazione, è stato di tutto il Pd. Lunghe code di elettori per tutto il giorno e anche in chiusura. Un milione era il traguardo fissato dai candidati negli ultimi giorni di campagna elettorale. Ed è stato ampiamente superato.


Il comitato di Zingaretti annuncia: "L'affluenza è oltre un milione e 800mila, meglio del 2017". Cioè meglio delle ultime primarie vinte da Renzi. E si trattava di un'altra fase storica. Più prudente Gianni Dal Moro, presidente della commissione Congresso: "Su dati reali, si può dire che è stata superata la soglia di 1,7 milioni di votanti". Dal Moro ha affermato che "l'affluenza è stata omogenea in tutto il territorio nazionale, senza sacche di difficoltà e con un leggero picco al centro-sud, in particolare nel Lazio e in Campania".


Comunque, un'affluenza superiore alle aspettative. In mattina la commissione nazionale aveva dato anche la facoltà di fotocopiare le schede in caso di esaurimento di quelle in dotazione. Molti anche gli artisti visti ai seggi, compresi alcuni che si erano allontanati dal Partito democratico: da Francesco Guccini a Roberto Benigni, da Nanni Moretti a Paolo Virzì e Gigi Proietti.



Salvini: "Rispetto ma sono al minimo storico". Fico: "Buon lavoro"

Da Salvini le congratulazioni, ma subito una stoccata. "Buon lavoro al nuovo segretario, Nicola Zingaretti e complimenti per l'organizzazione anche se il dato di oggi è il minimo storico di partecipazione", dice il ministro dell'Interno. "Ci vediamo alle urne", è la replica del neosegretario. Dal presidente della Camera, Roberto Fico, invece solo l'augurio di un "buon lavoro". Che arriva con un tweet durante il viaggio in Russia.