S.S.D. PRO SESTO

LE ORIGINI

E’ nei primi anni del '900 che questo nuovo travolgente sport fa la comparsa nel borgo sestese parallelamente alla nascita della grande industria pesante.

Corre l’anno 1913 quando, per l’ appunto, sboccia il calcio sestese dalla passione di Gino Giovanni, dei fratelli Trasi, e dei primi pelotisti Terzolo, Ragallo, e Carretta; uomini che cente fervore che anima i rioni e le frazioni cittadine.
Sono tempi duri per i pionieri del calcio sestese, sorretti da un grande entusiasmo ma costretti a rincorrere ai pochi soldi che passavano per le loro tasche, per materializzare la sfrenata passione per la palla di cuoio. Da veri ed autentici dilettanti, si vedono costretti ad autotassarsi della quota mensile di 2 lire, nello sforzo di allestire la prima squadra di calcio locale, attrezzata e pronta ad avventurarsi, nelle impegnative trasferte.

Nasce in questo modo, nel 1913, l’ UNIONE SPORTIVA PRO SESTO, alla cui guida, si pone Iginio Trasi, nelle vesti di allenatore, con il difficile compito di insegnare i rudimenti del football ai giovani atleti sestesi, sui campi improvvisati, attorno ai quali incomincia ad assistere il primo pubblico, catturato da quei giovani con i pantaloni a mezza gamba che corrono dietro ad una palla, in equilibrio su delle scomode scarpe bullonate.
Sono partite salate, che costano grandi sacrifici personali ai primi beniamini sestesi, Beltrami, Terzolo, Carretta e Regalo, definiti da chi li ha potuti vedere all’ opera giocatori di buona tecnica e di grande carica agonistica, sempre votati alla vittoria ( le alchimie tattiche, allora non erano ancora state inventate dagli stregoni del calcio nostrano).

La prima sede della Pro Sesto, e’ l’albergo della Grotta, situato in viale Marelli a ridosso della ferrovia, sotto il vecchio cavalcavia che portava a Monza; è proprio dietro I'albergo con sala da ballo all’aperto che viene realizzato il campo di gioco: si tratta di un bel prato, non del tutto livellato, delimitato con corde di canapa tirate pochi minuti prima della partita.
Alla medesima stregua, si ergevano traballanti porte "di tipo asportabile" in modo che pochi minuti dopo la fine della contesa, l locali della "Grotta", servivano allora anche da spogliatoi. Succede cosi, che i nostri neofiti per giocare al football si mettono a "parlare" l’ inglese: "hands" (milanesizzato in ens…per i falli di mano), "offside" (fuorigioco), "penalty" (rigore), "shot" (cannonata), "tackle" (contrasto), "goal" (rete), "cross" (traversone verso il centro dai lati del campo), "corner" (calcio d’ angolo) etc...Questi sono i termini piu’ ricorrenti che nobilitano i "FIOEU DE SEST".

I problemi che affliggono la neonata PRO, sono essenzialmente finanziari, connessi al costo degli indumenti di gioco e delle trasferte, che pur non essendo ancora particolarmente distanti, richiedono parecchio tempo da sottrarre al lavoro o allo studio, poiche’ il mezzo di trasporto piu’ veloce, all’ epoca, alla loro portata, era il carro trainato dai cavalli.
I colori sociali sono subito biancocelesti, e per ottenere il bicolore nella divisa i nostri pionieri non hanno di meglio che cucire una striscia celeste su normali maglie bianche, con il risultato che in qualche accesa partita le improvvisate cuciture non tengono, e le fasce scivolano sempre piu’ giu’ sino a far incespicare gli arditi biancocelesti.

Arriva purtroppo la prima guerra mondiale e con essa viene interrotta ogni forma di sport, ufficiale o para-ufficiale che fosse.
Anche l'U.S. PRO SESTO e' obbligata pertanto a segnare il passo, ma il seme gettatto in quei pochi anni di vita, tornera' a germogliare nel 1918-1919, a guerra finita, con un numero anzi superiore di adepti. Il manipolo BIANCOCELESTE del primo dopoguerra riprende a giocare sotto la presidenza dell' ing. Guido Tozzi, aiutato dal vice Bottilana e dagli entusiasti Caputo Pierino e fratelli Motterani, veri sostenitori della squadra sestese.
Il rigore del primo dopoguerra accentuo’ poi le difficoltà economiche della U.S. PRO SESTO, sostenuta per un certo periodo dalla generositò dei suoi duecento soci, ma poi costretta, nel 1921 , a cedere fondendosi con il GRUPPO SPORTIVO ERNESTO BREDA, brillantemente condotto dall'ing. Pasqualis (anche in questo caso si vede come siano i poteri delle grandi aziende ad alimentare I' attivita sociale con i dopolavoro).
Le sproporzioni delle forze in campo fan si che l' accostamento PRO SESTO – BREDA duri una una sola stagione, dopodiche' il sodalizio biancoceleste viene assorbito completamente dal gruppo sportivo aziendale. Questa almeno è la motivazione ufficiale riportata dagli almanacchi; quella vera ci dice invece che la fusione e il successivo assorbimento furono una dismissione d' ufficio consigliata dal nuovo regime fascista, non disposto a tollerare che una squadra, sotto la casacca biancocelesti aveva cuore rosso, espressione inconciliante di una citta’ operaia.
Per cinque anni dunque l’ espressione calcistica sestese viene garantita dal G.S.E. MARELLI sin quando, nel 1927, sorge una nuova squadra aziendale, il G.S.E. ACCIAIERIE FALCK, destinata alle miglior fortune militando attraverso varie divisioni sino alla serie C.

I campi di gioco, appendici delle grandi fabbriche, si fan via via piu’ regolari, e in grado di accogliere i tifosi locali.
Nei dieci anni successivi, il gioco del calcio si fa sempre piu’ popolare e diffuso fra i giovani sestesi, accesi dalle memorabili imprese della favolosa Juventus dei cinque scudetti consecutivi (1931-1935) di Combi, Rosetta, Calegaris etc. e dal titolo mondiale vinto nel 1934 dalla nazionale azzurra guidata da Vittorio Pozzo. Sorgono di conseguenza numerevoli societa' calcistiche, operanti prevalentemente nel settore giovanile (FC MARCONI, FBC SAVOIA, TONALE; GIOVANI CALCIATORI SESTESI; AUSONIA; PRO VITTORIA, PRO PACE, VIRTUS SERPENTINA, PRO GABBIONETA etc.).
Ancora una volta pero’ lo sport si ferma bruscamente nella nostra citta’, come in quasi tutto il paese, per il secondo conflitto mondiale e molte energie calcistiche se ne vanno, come se si dissolvessero di colpo gli entusiasmi giovanili....Dopo una prima fase travagliata dalla prima guerra mondiale, la Pro Sesto vive i momenti piu' gloriosi della sua storia.

Dal 1945 al 1950, sotto la presidenza del grande Merati, e con il grande Cicci Costa sempre presente, disputa cinque campionati di serie B ed ha tra le proprie file anche il mitico allenatore Monzeglio; sono stagioni indimenticabili nelle quali affronta avversari del calibro di Como, Napoli, Parma e Verona.

Dal 1950 inizia un periodo che non regala particolari soddisfazioni alla Societa' sestese: la Pro disputa i campionati di serie D, e Promozione.
Al vertice del sodalizio biancoceleste si alternano Sardi, Penatti, Fiorelli, Cossutta, Tasselli e Gardon. La seconda meta' degli anni settanta e' caratterizzata dalla presenza di Olinto Bega; poi a partire dal 1985 inizia l' era Peduzzi, Pasini, Fontana, triade presidenziale che con l' allenatore Alfredo Spada, nel 1987, conquista la promozione in serie C2 e la Pro torna cosi' nei professionisti.

La forza del tandem Peduzzi, Pasini permette ai biancocelesti di raggiungere un altro traguardo importante: nel 1990, con Gianfranco Motta allenatore, i biancocelesti conquistano la serie C1 e tornano a giocare con avversari di rango quali Bologna, Como, Empoli, Venezia e Vicenza. Un periodo caratterizzato da grandi soddisfazioni, tra le quali non va dimenticata la partecipazione alla Coppa Italia di serie A. Nel 1996, la prima retrocessione in C2 dopo uno sfortunato spareggio con lo Spezia ed in base alla differenza reti a parità di risultati ottenuti negli scontri diretti.
Ma si riparte; con la forza della volonta si giunge alla folgorante stagione 2004 - 2005 che vede la formazione giudata da Gianfranco Motta vincere senza rivali il campionato e ritornare di diritto in serie C1 dove ad attenderla e per quattro lunghi anni esaltanti ci sono formazioni dal blasone immacolato: Cesena, Verona, Cremonese, Padova, Foggia e tanti altri. Memorabile l' incontro al Breda davanti a 5000 spettatori contro il grifone Genoano.

Il resto e' storia dei nostri giorni: dapprima la retrocessione in C2 e subito dopo il fallimento giudiziario. Ma quando tutti pensano che la Pro sia finita per sempre, eccola rinascere dalle proprie ceneri: nuovo logo, nuova squadra ma stesso impegno ed ardore; si ricomincia dalla promozione (2010-2011) ed anche se molti manifestano insoddisfazione per l’ingloriosa fine delle casacche biancocelesti, mano a mano che la stagione avanza il calore dei tifosi, quelli veri si fa sentire sempre piu forte.

Il primo maggio 2011 rimarrà memorabile in quanto dopo un solo anno la Pro torna a vincere il campionato!

Si vola in eccellenza!

Ma non e’ finita qui e l’anno dopo si bissa il successo ritornando di diritto in serie D, dove finalmente si possono festeggiare i 100 anni di vita, storia, di passione.