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la società contemporanea / Finanziarizzazione e disuguaglianze

Presentazione

Joselle Dagnes e Angelo Salento
p. 7-9

Testo integrale

1Dopo il collasso finanziario del 2008, l’attenzione delle scienze sociali per i processi di finanziarizzazione è decisamente cresciuta. Non si registrano soltanto le condizioni di instabilità dei mercati finanziari e i rischi di bolle speculative, ma anche – entro un quadro analitico più ampio – le corrosive implicazioni dell’accumulazione finanziaria sul tessuto sociale, in termini di disuguaglianze di reddito e di ricchezza, di insicurezza occupazionale, di ridefinizione degli standard delle prestazioni sociali.

2In verità, in Italia il tema ha trovato minor spazio che altrove, non tanto per la scarsa diffusione degli studi sulle disuguaglianze – sopravanzati dall’attenzione nei confronti della povertà in quanto tale – quanto per la sostanziale disattenzione delle scienze sociali italiane nei confronti delle dinamiche del capitale finanziario. Il tour de force intellettuale di Luciano Gallino su questi temi – che ha occupato tutta la produzione del sociologo torinese a partire dalla pubblicazione, nel 2005, di L’impresa irresponsabile – non ha trovato un proseguimento corale: non un programma di ricerca, né pubblicazioni collettanee di rilievo. La ricerca è stata invece condotta in forma perlopiù molecolare, di volta in volta su profili e settori specifici, e sinora non sembra aver dato vita a un vero e proprio filone d’analisi.

3In questo fascicolo proponiamo una selezione di contributi che danno conto di percorsi di ricerca differenti, ma sostanzialmente convergenti, sul rapporto fra finanziarizzazione e disuguaglianze. La loro varietà tematica restituisce, almeno in via esemplificativa e senza pretese di esaustività, l’ampiezza del fenomeno, mostrando quanta parte delle trasformazioni socio-economiche possa essere letta come esito del primato dell’accumulazione finanziaria. I processi di finanziarizzazione non risparmiano infatti alcun settore della vita economica: non si tratta semplicemente dell’espansione delle attività del settore finanziario, ma di una complessiva trasformazione del modo stesso di intendere l’azione e l’attività economica, l’impresa e il suo rapporto con il contesto sociale. Di questo quadro, l’analisi sociologica non coglie soltanto le conseguenze sul piano della vita sociale, ma anche le premesse sul piano istituzionale, laddove indaga le trasformazioni regolative che procurano centralità ai mercati e agli operatori finanziari ed “esportano” le loro logiche specifiche – obiettivi, schemi d’azione, metriche – al di là del mondo della finanza strettamente inteso.

4Tutti i contributi che proponiamo muovono dal presupposto che, per comprendere le dinamiche della disuguaglianza, sia necessario non soltanto occuparsi della crisi dei sistemi di redistribuzione, ma del modo in cui viene interpretata, da circa un trentennio, l’accumulazione capitalistica. Quest’approccio alla questione della disuguaglianza, beninteso, non è affatto “nuovo”, perché la continuità fra capitale finanziario e capitale industriale, e le sue implicazioni, appartengono all’insegnamento dei classici: da Marx, a Weber, a Sombart, a Veblen. Ma è un approccio che, nei brevi decenni del capitalismo democratico, è stato sostanzialmente accantonato, nella falsa convinzione che il capitalismo tenda sempre ad allargare le sue basi produttive, e che il capitale sia naturalmente destinato ad alimentare le attività produttive (e, in ultima analisi, la diffusione del benessere).

5Nel dettaglio, i contributi qui raccolti mostrano, con riferimento a diversi spazi della vita economica, come la diffusione pervasiva di logiche e strumenti tradizionalmente propri della finanza definisca un’inedita struttura di vincoli e opportunità per gli attori sociali, producendo nuove forme di disuguaglianza.

6I primi due saggi indagano i cambiamenti che investono due fondamentali istituzioni socio-economiche: le imprese e le famiglie. Nel primo articolo, Angelo Salento e Alessandra Tafuro mostrano che anche nel caso delle imprese italiane, come da tempo si osserva a proposito del capitalismo di stampo anglosassone, la funzione produttiva del capitale ha ceduto il passo ai processi di accumulazione finanziaria e di massimizzazione del valore per l’azionista. A partire da un’indagine empiricamente fondata, si osserva l’associazione tra la diffusione di queste tendenze e la crescente disuguaglianza nella distribuzione di redditi e ricchezza, riconducibile da un lato alla compressione del volume e del costo del lavoro operata in vista di obiettivi di massimizzazione del rendimento del capitale, dall’altro ai vantaggi – retributivi e patrimoniali – di cui beneficiano le élites finanziarie.

7Il secondo contributo sposta l’attenzione dal mondo dell’impresa alla sfera personale, osservando come attività e dispositivi di natura finanziaria siano penetrati nella vita quotidiana di individui e famiglie. Attraverso l’illustrazione di quattro ambiti – la vecchiaia, la salute, la casa e le spese comuni – il saggio di Joselle Dagnes evidenzia la progressiva legittimazione del ricorso al mercato quale canale per fare fronte a necessità quotidiane e garantire le proprie condizioni di vita future, in un quadro di complessivo declino della protezione assicurata dallo stato sociale. L’inclusione e l’esclusione sociale si sovrappongono così, almeno parzialmente, all’inclusione e all’esclusione finanziaria, con dinamiche complesse soprattutto per coloro che occupano le posizioni più fragili e precarie.

8Il terzo e il quarto contributo focalizzano l’analisi su due ambiti particolarmente rilevanti: il welfare e l’housing. Il saggio di Davide Caselli e Federica Rucco è dedicato al coinvolgimento della sfera finanziaria nella progettazione e nella promozione di interventi di politica sociale mediante la c.d. finanza d’impatto, vale a dire la creazione di strumenti d’investimento basati su beni o servizi che soddisfano diritti sociali fondamentali. L’analisi di due casi di rilievo – i fondi immobiliari per l’housing sociale e i Social Impact Bond – da un lato svela criticità ed effetti perversi di questi strumenti (in termini ad esempio di sostenibilità, equità e valutabilità dei processi), dall’altro mette in luce il rapporto peculiare che attori e strumenti finanziari definiscono in questo campo con attori e strumenti filantropici, con riferimento innanzitutto al ruolo delle fondazioni di origine bancaria.

9Il contributo di Marianna Filandri e Gabriella Paulì esamina le dinamiche di finanziarizzazione del bene casa in Italia, adottando una duplice prospettiva: primo, la costruzione della leva finanziaria come strada privilegiata per il soddisfacimento del bisogno abitativo, grazie alla diffusione dei mutui ipotecari; secondo, l’acquisto immobiliare come investimento finanziario, attraverso lo strumento dei fondi di investimento immobiliare. L’analisi empirica mostra che entrambi i percorsi tendono a riprodurre le disuguaglianze sociali, avvantaggiando chi è più munito di risorse a scapito di coloro che versano in condizioni di necessità.

10Pur nella varietà degli approcci, i saggi che compongono il fascicolo restituiscono un quadro sostanzialmente unitario del rapporto tra penetrazione delle logiche finanziarie e struttura delle disuguaglianze nel nostro paese. Come il lettore avrà modo di notare, alcuni temi di rilievo emergono in modo trasversale. In primo luogo, l’incidenza dei processi di finanziarizzazione sulla qualità complessiva della vita degli individui: sia diretta, in termini di accesso a beni e servizi fondamentali, sia indiretta, come effetto delle trasformazioni del mercato del lavoro indotte dall’espansione dell’accumulazione finanziaria. In secondo luogo, il ruolo della regolazione e dell’azione pubblica nel determinare condizioni favorevoli alla diffusione di dispositivi finanziari negli ambiti più disparati. In terzo luogo, la tendenziale convergenza dei sistemi economici nazionali – pur restando riconoscibili diversi modelli di capitalismo – nella diffusione di strumenti e patterns di regolazione che concedono alla finanza un posto centrale nella vita economica e sociale.

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Joselle Dagnes e Angelo Salento, « Presentazione »Quaderni di Sociologia, 76 | 2018, 7-9.

Notizia bibliografica digitale

Joselle Dagnes e Angelo Salento, « Presentazione »Quaderni di Sociologia [Online], 76 | 2018, online dal 01 février 2019, consultato il 03 décembre 2020. URL: http://journals.openedition.org/qds/1830; DOI: https://doi.org/10.4000/qds.1830

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Autori

Joselle Dagnes

Dipartimento di Culture, Politica e Società – Università di Torino

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Angelo Salento

Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo - Università del Salento

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