Milano, 28 marzo 2017 - 12:27

I genitori di Monia Del Pero contro
il Ministero: «Vogliamo giustizia»

Nessuna possibilità di appellarsi alle sentenze per le vittime, con la beffa per i Del Pero di una cartella di 2 mila euro recapitata da Equitalia per il deposito della sentenza di condanna di Scotuzzi

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Consiglio di Stato, 25 maggio 2017, Angelo Del Pero e Gigliola Bono contro il Ministero dell’Interno. La battaglia prosegue. «Cosa ha mia figlia meno delle vittime di strada, di mafia o di terrorismo?» parla Gigliola, mamma di Monia, uccisa a 19 anni dall’ex fidanzato, Simone Scotuzzi, la sera di Santa Lucia del 1989. L’aveva strangolata, spogliata, messa in sacchi della spazzatura e poi buttata sotto un ponte nelle campagne di Manerbio. Non si rassegnava alla fine della loro relazione. Per tre giorni aveva anche partecipato alle ricerche. «Monia, come tutte le vittime di violenze, però non è stata riconosciuta tale e per questo noi ci stiamo battendo, perché siano riconosciute le vittime di violenza e sia istituito un fondo per il risarcimento dei familiari, come accade negli altri casi». Si appella alla pari dignità di tutti declinata nell’articolo 3 della Costituzione mamma Gigliola insieme a papà Adriano, per arrivare, assistiti dall’avvocato Piera Buffoli, dello Studio Mina, a fare dichiarare incostituzionale la legge 302. «Perdere una figlia in questo modo per loro non vuole dire nulla? Centosedici donne uccise ogni anno non bastano? Se necessario arriveremo a Strasburgo», dice Gigliola a nome di tutti i familiari delle vittime di violenza. «Il Consiglio di Stato dovrà dirci che vittime sono le nostre figlie». Nessuna possibilità di appellarsi alle sentenze per le vittime, con la beffa per i Del Pero di una cartella di 2 mila euro recapitata da Equitalia per il deposito della sentenza di condanna di Scotuzzi. Intanto qualcosa comincia a muoversi. «Il 7 aprile si terrà a Milano la riunione del nuovo Osservatorio nazionale per la tutela delle vittime di violenza. Le adesioni sono già molte e c’è il sostegno anche di avvocati che prestano la loro opera gratuitamente».

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