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La Rai sospende i servizi giornalistici dalla Russia. Stessa decisione per Tg5 e Ansa

La scelta in seguito all'approvazione della norma che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità di Mosca. La Vigilanza chiede chiarimenti
aggiornato alle 03:09 2 minuti di lettura

ROMA - Fine delle trasmissioni, per ora. La Rai sospende tutti i servizi giornalistici dalla Russia. Stessa decisione l'ha annunciata, per Mediaset, il Tg5. E anche l'Ansa ha bloccato il flusso di notizie dalla sede di Mosca, così come due dei principali media pubblici spagnoli, la radio-televisione Rtve e l'agenzia di stampa Efe. I quattro inviati Rai dovranno tornare in Italia, mentre ai due corrispondenti, Marc Innaro e Sergio Paini, Viale Mazzini ha lasciato due opzioni: il ritorno a Roma o le ferie da Mosca. La tv di Stato ha spiegato che la decisione è stata presa "in seguito all'approvazione della normativa che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità" putiniane.

La stretta sui media, varata dalla Duma, prevede fino a 15 anni di carcere per chi parla di invasione russa in Ucraina. "La misura si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto - ha spiegato la Rai in un comunicato stampa - e la massima libertà nell'informazione relativa al Paese". Per la Rai la copertura delle notizie sulla Russia sarà assicurata dai giornalisti dislocati nei Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia. Come detto, si muove anche Mediaset: il Tg5 ha deciso di far rientrare l'inviato a Mosca.

 

Sulla decisione della Rai è pronta a intervenire la Vigilanza. "Scriveremo una lettera ai vertici dell'azienda - spiega a Repubblica il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, Alberto Barachini, senatore di FI - vogliamo avere chiarimenti sui motivi che hanno portato alla sospensione dei servizi dalla Russia. Chiederemo se siano stati coinvolti gli inviati e i corrispondenti". Secondo il numero uno della Vigilanza, "è giusto che l'ultima parola spetti ai giornalisti sul campo".

La mossa arriva dopo le polemiche per i servizi di Marc Innaro, il corrispondente Rai da Mosca, che sabato scorso al Tg2 Post ha sostenuto la tesi putiniana dell'allargamento a Est della Nato come causa scatenante dell'invasione in Ucraina. Innaro ha poi racconato l'attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel corso dello speciale Tg2 Italia, basandosi soltanto sui dispacci della Tass, l'agenzia di stampa ufficiale russa, parlando di "sabotatori ucraini" e sostenendo che "l’obiettivo dei russi è quello di mettere in sicurezza le centrali". Dichiarazioni che hanno spinto il Pd a presentare un'interrogazione all'ad Rai, Carlo Fuortes. Difende invece Innaro il deputato Michele Anzaldi, commissario in Vigilanza in quota Italia Viva: "Sono attacchi inopportuni - sostiene - che doveva dire da Mosca? Lì al massimo puoi riportare come titola la Pravda, cosa raccontano ai cittadini i media russi".

L'ordine di servizio della Rai riguarda in tutto 6 giornalisti. I due corrispondenti Marc Innaro da Mosca e Sergio Paini da Rostov sul Don, confine Russia-Ucraina, lato russo. E i 4 inviati dei tg: Alessandro Cassieri da Mosca (Tg1), Giammarco Sicuro da Mosca (Tg2), Marina Lalovic (Rai News 24) e Nico Piro da Rostov sul Don (Tg3).  L'Usigrai fa sapere che valuterà "iniziative per continuare a garantire il diritto dei cittadini a essere informati".

Anche la Bbc ha deciso di ritirare i giornalisti dalla Russia, così come le americane Cnn e Abc e l'emittente pubblica canadese Cbc/Radio-Canada.

 

 

 

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