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sabato, 7 Ottobre 2023

17.11.1869: taglio istmo di Suez. Il ricordo di Giuseppe de Morpurgo

17.11.2020 – 12.48 – Il 17 novembre 1869, centocinquantuno anni fa, le acque occidentali del mar Mediterraneo si mescolarono per la prima volta alle acque orientali del mar Rosso. Un “abbraccio” di economie, nazioni e culture destinato sul lungo periodo a modificare i traffici mondiali, rinvigorendo la “vecchia” Europa latina e orientale. In realtà ci vollero ancora molti anni prima che il canale diventasse operativo a livello di traffici continentali; e ancor più prima che spostasse il baricentro dei traffici mondiali a favore del mar Mediterraneo.
L’inaugurazione avvenne davanti a oltre ottanta tra navi da guerra, piroscafi e vascelli; alla presenza, nel corso di un’originale cerimonia islamico-cristiana, dell’Imperatrice Eugenia di Francia in rappresentanza di Napoleone III, dell’Imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria, del protagonista a livello “locale”, ovvero Ismail Pasha, Sultano d’Egitto e poi di Federico principe ereditario di Prussia, del granduca Michele di Russia e del principe Guglielmo Enrico d’Olanda.
Il completamento del canale rappresentava il frutto di diversi decenni di duro lavoro con l’ausilio delle ultime tecnologie sorte dalla Rivoluzione Industriale. Il cancelliere austriaco Klemens von Metternich aveva lanciato l’idea di un canale ancora nel 1846, proponendo a Parigi la fondazione di una
Société d’études du Canal de Suez per studiare il varco tra Porto Said e Suez.

Successivamente, accanto al ruolo dell’ingegnere trentino Luigi Negrelli per gli aspetti “tecnici”, il progetto era stato portato avanti a livello organizzativo dal diplomatico francese in Egitto, Ferdinand de Lesseps, il quale strappò al Chedivè, Sa’id Pascià, una concessione per una società che costruisse un canale aperto a navi di ogni nazione e lo gestisse, affittando la terra per 99 anni (1854).

Solitamente a Trieste, in riferimento al canale di Suez, si menziona il nome del Barone Paquale Revoltella, il cui impegno a favore degli scavi e la cui azione diplomatica volta a coivolgere la città-porto nel progetto, consentirono la sua nomina a vicepresidente della Compagnie universelle du canal maritime de Suez. Tuttavia un altro triestino fu presente al “taglio” dello storico istmo e ce ne ha trasmesso una commovente testimonianza nella forma delle sue lettere famigliari: Giuseppe de Morpurgo.
Direttore per quarantotto anni delle Assicurazioni Generali, presidente, dopo la morte di Revoltella (8 settembre 1869), per ventinove anni del Comitato di Direzione, titolare della ditta Morpurgo e Parente, Presidente della Banca Commerciale Triestina, direttore dello Stabilimento Tecnico Triestino, vicepresidente del Consiglio Comunale, vicepresidente della Camera di Commercio e deputato al Consiglio dell’Impero, Giuseppe De Morpurgo è il perfetto rappresentante della borghesia mercantile triestina. Il cosmopolitismo si mescola col senso degli affari, anzi l’uno è la causa dell’altro; e la scalata ai vertici economico-finanziari presto si accompagna alla carriera politica. In questo contesto Giuseppe de Morpurgo viaggia alla volta dell’Egitto quale rappresentante della Camera di Commercio e delle Assicurazioni Generali. Un incarico pertanto che mescola politica&economia, con una buon “fiuto” per gli affari e le opportunità legate a festeggiamenti e incontri fortuiti. L’epistolario di Morpurgo, in quest’ambito, dimostra la capacità di muoversi negli ambienti della corte e dell’alta finanza; ma non disdegna, essendo lettere alla famiglia, i ritratti paesaggistici e le calde espressioni d’affetto.
La coloratissima Istanbul dell’Impero Ottomano gli offre l’occasione per incontrare l’Imperatore Francesco Giuseppe il quale nell’occasione lo avverte che “Conviene che Trieste si muova senza perder tempo, onde essere la prima a fruttarne i vantaggi (del canale di Suez n.d.r.)”.
Ma Giuseppe Morpurgo non si lascia intimidire e replica che “la solerte attività è innata nei triestini” purché “sorretta dalle buone intenzioni del Governo” il quale deve ancoracompiere la ferrovia del Predil”. Quando si tratta di affari, nemmeno l’Imperatore è esente, anzi, rappresenta una buona occasione per promuovere ulteriormente la città.

Il giorno prima dell’inaugurazione di Suez, martedì 16 novembre 1869, Giuseppe de Morpurgo incontra il diplomatico Lesseps, dove pronuncia uno “speach” improvvisato, ma di grande successo, nel quale ricorda la “topografica posizione di Trieste”.
Morpurgo augura “ogni prosperità a questa colossale impresa, per consolidare la quale è desiderabile la conservazione della pace”.
Questa è infatti “Base principale di ogni prosperità che propinammo quindi al Creatore della Grande Opera che si va a inaugurare e al mantenimento della Pace”.

Il canale di Suez, tuttavia, “non offre che la vista del deserto, tranne i punti di stazione che sono animati e popolati da operai e arabi, e il vedere a occhio nudo 24 vapori che stan camminando alla distanza di 500 metri l’uno dall’altro”.
Vedendo invece “le macchine che han servito a questo grandioso lavoro, si deve convenire che questo canale è una delle Opere più insigni del Secolo”.

La sera prima dell’inaugurazione, Morpurgo si reca “ad assistere a una solennità religiosa, credo unica nel suo genere. In mezzo a una gran spianata, vennero eretti, nel mezzo di un gran padiglione per i sovrani con due gallerie per gli invitati di distinzione e di facciata, a diritta una Moschea turca, a sinistra una Cappella cattolica”.
Come il canale congiunge est e ovest, così la cerimonia comprende rito cristiano e islamico, d’altronde afferente il primo ai finanziatori dell’opera, specie la Francia, il secondo agli operai costruttori del canale e alle terre “bagnate” dalle acque di Suez.
“Finito il rito maomettano – annota de Morpurgo – si fece una preghiera all’Arcivescovo di Alessandria, finito la quale comparve Monsignor Bauer in grand ornato e pronunciò dai gradini dell’altare, in un piazzale di vastità enorme, un discorso dei più eloquenti, e con una voce così stentorea, che si udiva parola per parola a un’immensa distanza”.
“Parlò assai, ma assai bene e ne ebbe un
success foll che credo gli frutterà delle decorazioni Francese, Turca, Austriaca, avendo incensato più che col turibolo, colle sue parole di lode a favore dei detti sovrani” conclude Morpurgo, con un certo humor.

Il giorno dopo, alle 8 del mattino del 17 novembre 1869, “il primo vapore partito da Port-Said ed entrato nel canale, fu quello dell’Imperatrice, alla quale aveva graziosissimamente ceduto il passo il nostro Imperatore che entrò il secondo – poi il principe di Prussia”.
Il canale di Suez era ufficialmente aperto.

Fonti: Diario dal Canale di Suez, 1869: 36 lettere di Giuseppe de Morpurgo alla famiglia, Trieste, Dedolibri, 1998

[z.s.]
[Riproduzione riservata]

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Zeno Saracino
Zeno Saracinohttps://www.triesteallnews.it
Giornalista pubblicista. Blog personale: https://zenosaracino.blogspot.com/

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