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cronache
3 febbraio 2024 - 11:41

È morto Vittorio Emanuele di Savoia

di Redazione online

È morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, e di Maria José. Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio: è stato l’ultimo erede al trono d’Italia. L’annuncio in una nota della Real Casa di Savoia: «Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile».

Unico figlio maschio di Umberto II, ultimo re d’Italia, e di Maria José, Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria, nasce a Napoli il 12 febbraio 1937. L’incedere della storia cambierà il destino del principe Vittorio Emanuele, che nel 1946, costretto dall’esito del Referendum, lascia l’Italia per il lungo esilio, con la madre e le sorelle, Maria Pia, Maria Beatrice e Maria Gabriella. Lasciata l’Italia, l’ex sovrano con la famiglia si trasferisce in Portogallo: in molte interviste la famiglia reale fa trasparire una nostalgia per l’Italia.

Alla fine degli anni ’50 Vittorio Emanuele è uno degli scapoli più ambiti tra le teste coronate di mezza Europa, ma lui ha occhi solo per la borghese Marina Ricolfi Doria, campionessa di sci d’acqua ed erede dell’industria dolciaria omonima.Nonostante la ferma opposizione paterna, Vittorio Emanuele non rinuncerà a Marina Doria, che non aveva nessun titolo nobiliare da vantare. Per poterla sposare, il 15 dicembre 1969 arriva a emanare un decreto reale in cui si autoproclama re d’Italia, in virtù dell’esilio di Umberto II, considerato - da Vittorio Emanuele - come un’abdicazione di fatto. Il suo secondo atto da Capo della Real Casa è di insignire Marina Doria del titolo di duchessa, risolvendo così la sua condizione di borghese. Le nozze vengono celebrate, dopo oltre dodici anni di fidanzamento, in fretta e furia a Las Vegas: l matrimonio segue un grande ricevimento a Ginevra, a cui partecipano Maria José e le sorelle di Vittorio Emanuele, mentre Umberto II rifiuterà ogni riavvicinamento al figlio.

Nel 1973 viene al mondo Emanuele Filiberto, primogenito della coppia più discussa della nobiltà. La nascita dell’erede riavvicina la famiglia Savoia, senza però che Umberto II arrivi a modificare la sua decisione rispetto alla divisione ereditaria dei suoi beni, che dopo il matrimonio di Vittorio Emanuele aveva ripartito equamente tra i quattro figli, al posto di destinare una quota maggiore all’unico maschio, suo erede dinastico.

Nel 1978, un nuovo scandalo colpisce la casata: Vittorio Emanuele viene arrestato dalla giustizia francese per l’omicidio del tedesco Dirk Geerd Hamer, colpito da un proiettile mentre dormiva in una barca in Corsica e morto dopo quattro mesi di agonia. Le indagini si concentrano su Vittorio Emanuele unico accusato della morte del giovane. Nel 1991 arriva l’assoluzione per l’omicidio, ma anche la condanna a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco. Il caso tornerà alla ribalta nel 2011 per le intercettazioni effettuate durante la detenzione di Vittorio Emanuele nel carcere di Potenza. Le parole pronunciate da Vittorio Emanuele suoneranno come una confessione dell’omicidio del giovane turista tedesco, anche se il principe si difenderà denunciando il tutto come una montatura.

La nuova legge costituzionale, che esauriva gli effetti della disposizione sul rientro dei Savoia in Italia, entra in vigore il 10 novembre del 2002: nel 2002 Vittorio Emanuele corona il suo sogno di rientrare in Italia, e arriva volutamente a Napoli, città che lo aveva visto partire nel 1946.

A riportare prepotentemente alla ribalta Vittorio Emanuele nel 2006 è il mandato d’arresto firmato dalla procura di Potenza, che gli contesta gravi illeciti: dalla corruzione finalizzata al gioco d’azzardo, in relazione a un traffico di video giochi e di macchinette mangiasoldi truccate destinate al Casinò di Campione d’Italia, all’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Difeso da un collegio di avvocati tra cui l’avvocato Giulia Bongiorno, con lui nella foto, Vittorio Emanuele riuscirà a ottenere prima gli arresti domiciliari a Roma e in seguito, nel settembre 2010, l’assoluzione con formula piena «per non aver commesso il fatto».

Articolo in aggiornamento...