La sala delle costituzioni e la tomba del carro

shadow

L’ambiente principale cui si accede entrando al primo piano del museo archeologico di Melfi è il grande salone di epoca normanna, nel quale si ritiene che siano state promulgate le celebri Costituzioni del Regno di Sicilia da parte dell’imperatore Federico II, nell’anno 1231.

Oggi il salone ospita i reperti della cosiddetta tomba del carro e quelli di una coppia principesca, rinvenuta nell’area archeologica di Melfi Pisciolo.

La tomba “F” cosiddetta del carro si trovava nella necropoli di Melfi – Chiucchiari e risale al V secolo a.C. Era una tomba scavata direttamente nella roccia, ricoperta da lastroni in pietra. Al suo interno erano deposti due defunti in posizione rannicchiata: un uomo e una donna.

I corredi funerari ritrovati sono ricchissimi e comprendono alcuni vasi in stile attico e vari utensili metallici da banchetto deposti a scopo rituale, secondo un costume greco ben assimilato dalle popolazioni del Vulture.

Ci sono anche diverse armi con funzione da parata: lo scudo, gli schinieri, degli elmi e perfino il carro del defunto, a indicare l’alto rango che rivestiva nella società. Al centro dello scudo tondo in cuoio era applicato un bellissimo emblema di bronzo raffigurante una chimera, cioè un mostro mitico dalla testa di leone e dalla coda di drago. La chimera è diventata il simbolo del Museo.

Il carro a due ruote da parata ha origine in Siria o presso popoli orientali come gli Ittiti e giunge in Italia tramite i Greci. La cassa si compone di una base arrotondata a centina, una sponda anteriore elevata e due fiancate curve. Raffigurazioni di carri di questo genere si trovano in Magna Grecia, come nel santuario dedicato ad Artemis e Zeus presso Metaponto.

Chiude il corredo un bel candelabro in bronzo che ha per cimasa una statuetta di atleta, con il compito rituale di portare luce nell’estremo viaggio.

Sempre nella stessa sala, si trovano i corredi della cosiddetta coppia principesca del Pisciolo.

Prima di proseguire nel percorso cronologico, si consiglia di entrare nella sala a sinistra rispetto all’ingresso, dove è descritta l’edilizia domestica indigena del Melfese in epoca protostorica.

Per saperne di più