Faenza

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Faenza
Panorama di Faenza
Faenza - Stemma
Stato: bandiera Italia
Regione: Stemma Emilia-Romagna
Provincia: stemma Ravenna
Coordinate: 44°17′0″N 11°53′0″E / 44.28333°N 11.88333°E / 44.28333; 11.88333Coordinate: 44°17′0″N 11°53′0″E / 44.28333°N 11.88333°E / 44.28333; 11.88333
Altitudine: 35 m s.l.m.
Superficie: 215,72 km²
Abitanti:
57.929 30-06-2010 
Densità: 268,54 ab./km²
Frazioni: Errano, Albereto, Borgo Tuliero, Celle, Cosina, Granarolo, Mezzeno, Pieve Cesato, Pieve Ponte, Prada, Reda, Sarna, Sant'Andrea, Fossolo, Santa Lucia, Cassanigo
Comuni contigui: Bagnacavallo, Brisighella, Castel Bolognese, Cotignola, Riolo Terme, Russi, Solarolo, Forlì (FC)
CAP: 48018
Pref. telefonico: 0546
Codice ISTAT: 039010
Codice catasto: D458 
Nome abitanti: faentini 
Santo patrono: principale: Madonna delle Grazie;
secondari: Pier Damiani, santa Umiltà, Beato Nevolone 
Giorno festivo: sabato precedente la seconda domenica di maggio 
Il comune si trova qui
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale

Faenza (Fênza in dialetto romagnolo) è un comune italiano di 57.929 abitanti[1] della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.

Posta sulla via Emilia fra Imola e Forlì, poco ad ovest del centro della Romagna, si trova ai piedi delle prime colline appenniniche.

È sede vescovile della diocesi di Faenza-Modigliana ed è storicamente nota per la produzione ceramica.

Oltre che faentini, un nome classico con il quale sono raggruppati gli abitanti di Faenza è "manfredi", dal nome della famiglia che governò la città.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] L'antichità

Le origini della città si perdono nella mitologia. Pare, infatti che i coloni attici che, risalendo l'Adriatico, fondarono Ravenna, si fossero spinti nell'entroterra fondando l'insediamento di Foentia. La città crebbe come centro commerciale sotto etruschi e celti grazie alla posizione favorevole offertale dall'incrocio fra il fiume Lamone, la Via Salaria che attraverso gli Appennini portava il sale in Etruria e Campania e la strada che poi i romani avrebbero lastricato e chiamato Aemilia. In seguito alla conquista romana nel II secolo a.C. fu colonia d'insediamento (Faventia, che significa "la favorita degli dei") e si sviluppò grazie alla produzione agricola, tessile e ceramica. Qui, nel 82 a.C. il sillano Quinto Cecilio Metello Pio sconfisse l'esercito del populares Gneo Papirio Carbone, durante le guerre civili della tarda repubblica romana. Decaduta a partire dal II secolo d.C., è ricordata dalle cronache per la battaglia combattutasi nel 542, nella quale Totila e l'esercito ostrogoto sconfissero i Bizantini. Al VII secolo risale la prima cinta muraria, costruita per difendere la città dai Longobardi.

[modifica] Il Medioevo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Manfredi (famiglia).

Fu nuovamente prospera a partire dall'VIII secolo. Dominata in epoca alto-medioevale dai vescovi, divenne nel XII secolo libero comune. Nel 1141 vennero eletti i primi consoli, nel 1155 il podestà. Il Comune inizialmente fu fedele all'imperatore, e questo trova conferma anche dalla visita di Federico Barbarossa che qui si fermò per diverso tempo con tutta la sua corte. Le cronache riportano che nel gennaio 1164 si tenne una quintana in onore del Barbarossa.

Nel 1226 Faenza cambiò completamente bandiera, aderendo alla seconda Lega Lombarda (unica tra le città romagnole). La reazione imperiale fu dura: Federico II la cinse d'assedio, ma senza esito. Nel periodo guelfo la città fu spesso contrastata dalla ghibellina Forlì. Nel 1237 Federico II sconfisse la Lega Lombarda. Faenza fu ceduta alla famiglia ghibellina degli Accarisi, che cacciarono i Manfredi. Ma questi ultimi ripresero il potere. Nel 1239 Faenza era l'unica città guelfa di Romagna [2].

Nel 1241 la città manfreda tornò nelle mire dell'imperatore. Federico II la pose di nuovo sotto assedio e la prese, dopo un'inattesa resistenza di sette mesi. Risultò decisivo l'aiuto dei ghibellini forlivesi e del loro capitano, Teobaldo Ordelaffi. Ma dopo la sconfitta di Federico II, nel 1248, la città passò sotto l'egemonia di Bologna, principale potenza guelfa della regione. Nello stesso anno entrò in città il primo capitano del popolo nominato da Bologna: "Rainerius Laçari'". Con la fine del dominio bolognese sulla Romagna negli anni settanta, Faenza, che era stata fino ad allora una città guelfa, effettuò un improvviso cambio di campo. Nel 1274, infatti, il podestà, della famiglia Accarisi, si alleò con Guido da Montefeltro, comandante dei ghibellini di Romagna, e cacciò i Manfredi in esilio. Nel 1282 Papa Martino IV incaricò Giovanni d'Appia (Jean d'Eppes), uomo d'armi francese, di riportare la città sotto il dominio pontificio. Entrato in Romagna scendendo dalla valle del Tevere, si diresse verso Faenza. Nottetempo, gli aprì le porte della città Tebaldello dei Zambrasi, famiglia ghibellina. Dante Alighieri, suo contemporaneo, nella Divina Commedia collocò Tebaldello nel nono cerchio dell'Inferno come "traditore della patria". Di lui rimane famoso il versetto:

« Tebaldello, ch’aprì Faenza quando si dormia »
(Inf. XXXII, 122)

Oltre a Tebaldello, altri personaggi di Faenza furono menzionati nella Divina commedia. Faentino è, infatti, Frate Alberigo dei Manfredi, collocato nella terza zona dell'ultimo cerchio dell'inferno, quello dei traditori degli ospiti, al canto XXXIII, ed è l'ultimo peccatore (quindi il peggiore) a dialogare con Dante. Frate Alberigo è condannato da Dante al supplizio infernale in seguito ad un tradimento perpretato nei confronti di suoi stessi consanguinei, durante una cena di riconciliazione, la famosa cena delle Frutta del Malo Orto. L'onore della città è riscattato, fortunatamente, al XXI canto del Paradiso dove compare Pier Damiani.

La cinquecentesca Porta delle Chiavi, unica superstite delle porte urbane, denominata così dal dono delle chiavi della città a Papa Pio IX nel 1857

Nel 1290 Faenza passò sotto il potere di Maghinardo Pagani, signore di Susinana, che approfittò della divisione fra guelfi e ghibellini. Maghinardo si ritagliò un ruolo molto importante nella storia della città e si dimostrò un ottimo politico ed un astuto stratega.
Faenza aggiunse la massima fioritura sotto la signoria dei Manfredi (dal 1313, e in particolare di Carlo II Manfredi, sotto il quale venne rinnovato il centro urbano con la costruzione della cattedrale e del palazzo del popolo). In epoca rinascimentale divenne celebre per la produzione di oggetti in ceramica, esportati in tutta Europa. Per questo motivo il toponimo stesso è diventato sinonimo di maiolica in molte lingue, tra cui il francese (faïance) e l'inglese (faience). Galeotto Manfredi, fratello di Carlo II Manfredi, che a lui succedette, armi alla mano, alla guida della città, rimane famoso per la congiura ordita nei suoi confronti, ad opera della stessa moglie Francesca Bentivoglio; la tradizione vuole che la moglie fosse accecata dall'invidia nei confronti del vero amore di Galeotto, Cassandra Pavoni. Più realisticamente è facile pensare che il vero motivo dell'assassinio sia da cercare nei rapporti fra il signore di Faenza e Bologna. Nel 1500 la città fu assediata dalle truppe mercenarie di Cesare Borgia, alle quali resistette per 6 mesi guidata dal sedicenne Astorgio Manfredi, poi catturato a tradimento e imprigionato a Roma dal Valentino. Pochi anni dopo il corpo del giovane signore fu ritrovato nelle acque del Tevere. All'assedio di Faenza il Guicciardini, che non esalta certo il Valentino come l'amico Machiavelli, dedica un passo della sua Storia d'Italia:

« Il Valentino era pieno di sommo dolore che, avendo oltre alle forze Franzesi uno esercito molto fiorito di capitani e soldati Italiani (...), e avendosi promesso, co' suoi concetti smisurati, che né mari né monti gli avessino a resistere, gli fusse oscurata la fama de' principii della sua milizia da uno popolo vivuto in lunga pace, e che in quel tempo non aveva altro capo che un fanciullo »
(Francesco Guicciardini, "Storia d'Italia",1540)

Nel 1502 giunse a Faenza, su invito del Borgia, Leonardo da Vinci. Il genio toscano realizzò il progetto di una rete di gallerie sotterranee da usare in caso di emergenza. Non si sa se la rete fu realizzata[3] poiché nel 1503, con la morte del padre papa Alessandro VI, crollò l'effimero regno del Borgia.
Faenza fu brevemente occupata dai veneziani (1509/1510); successivamente entrò a far parte dello Stato della Chiesa.

[modifica] Il dominio pontificio e l'età napoleonica

Durante il governo di Guicciardini della Romagna pontificia, la città gode di particolare favore, tanto che lo storico vi soggiornò per quasi tutto il 1525. È in questa fase che Faenza attrae tanti perseguitati religiosi dell'Europa del nord e dell'est tanto da essere definita città protestante.

La Chiesa non tardò a prendere le necessarie contromisure. Infatti dopo il concilio di Trento, è sede del Tribunale della Santa Inquisizione per la Romagna, che porta via dalla città gli immigrati e gli artisti stranieri immigrati negli anni precedenti.

Evangelista Torricelli dal frontespizio di Lezioni accademiche d'Evangelista Torricelli.

Nel 1608, la città diede i natali al noto fisico e matematico Evangelista Torricelli discepolo di Galileo e inventore del barometro.

Nella seconda metà del XVIII secolo Faenza divenne un'importante centro del neoclassicismo italiano. Nel 1797 vicino a Faenza, sul fiume Senio, si combatté la battaglia decisiva (ma dall'esito scontato) fra le milizie pontificie e l'esercito di Napoleone. Abbiamo un piacevole resoconto della battaglia nelle memorie di Monaldo Leopardi, il padre di Giacomo:

« "Tutte le milizie pontificie ascendevano a circa diecimila uomini [racconta Leopardi senior], e un quarto di questa gente si era adunata a poco a poco in Faenza. Imola, perché troppo vicina a Bologna, erasi abbandonata, e la resistenza doveva farsi sul fiume [Senio] che corre fra le due città suddette. (...) Il giorno 2 di febbraio del 1797, alla mattina, i Francesi attaccarono, forti di circa diecimila uomini. I cannoni del ponte spararono, e qualche Francese morì. Ben presto però l'inimico si accinse a guadare il fiume; e vistosi dai popolani che i Francesi non temevano di bagnarsi i piedi: "Addio", si gridò nel campo. "Si salvi chi può" e tutti fuggirono per duecento miglia, né si fermarono sino a Fuligno. Non esagero, ma racconto nudamente quei fatti che accaddero in tempo mio, e dei quali vidi alcuna parte. Un tal Bianchi, maggiore di artiglieria, venne imputato di avere caricati i cannoni con li fagiuoli. Ho letto la sua difesa stampata, e sembra scolpato bastantemente; ma il fatto dei fagiuoli fu vero, e questa mitraglia figurò nella guerra fra il Papa e la Francia" »
(Monaldo Leopardi, "Autobiografie",1833)

Nel 1767 Faenza diede i natali al conte Filippo Severoli, che partecipò alle guerre napoleoniche come generale della divisione italiana nella Grande Armée. Si distinse particolarmente tanto da essere onorato dallo stesso Bonaparte con il titolo di conte di Hanover e dalla presenza del suo nome scolpito sull'Arco dell'Étoile, unico italiano presente.

Scrive Antonio Paolucci in occasione della mostra sull'età neoclassica tenuta a Palazzo Milzetti nel 2009: "Il momento più alto nella storia artistica di Faenza si colloca negli anni che stanno fra il 1780 e il 1815. In quegli anni la città romagnola dialogava con il mondo, era uno snodo di avanguardia lungo l'asse europeo delle arti che aveva i suoi estremi cronologici da una parte nella Roma del "Goethezeit" e quindi della Kauffmann, di Füssli, di Flaxman, di Piranesi, dall'altra nella Parigi della Rivoluzione e dell'Impero e nella Milano del Regno Italico. In quegli anni la piccola città moltiplica palazzi che portano i nomi della nobiltà locale (Laderchi, Gessi, Conti, Cavina, Milzetti); palazzi che sono quanto di più squisito la civiltà neoclassica abbia prodotto in Europa."

Sotto l'occupazione napoleonica Faenza fu sede, tra il 1803 e il 1815, dell'unico liceo del dipartimento del Rubicone, che comprendeva l'intera Romagna, grazie all'impegno dell'intellettuale faentino Dionigi Strocchi (che diresse dal 1806 al 1809) e dell'amico Vincenzo Monti.

[modifica] Dall'Unità nazionale ad oggi

Nenni con il Guardaportone di Montecitorio

Nel 1881, su 36.042 abitanti vi erano cinque ragionieri, otto medici e sei avvocati residenti a Faenza.
Nel 1891 nacque a Faenza Pietro Nenni, leader storico del socialismo italiano, considerato tra i padri della repubblica.

Nel 1895 il Conte Carlo Zucchini, anima instancabile per molti anni delle associazioni cattoliche faentine, condusse le forze politiche cattoliche e liberali alla guida della città, stabilendo un tale preponderanza che per Faenza venne coniata l’espressione di "isola bianca", per distinguerla dal resto della "rossa" Romagna dove prevalevano le forze socialiste e repubblicane.

Il punto di maggior splendore della Faenza post unitaria fu raggiunto nel 1908 con l'Esposizione Torricelliana, una manifestazione imponente che fu visitata ed inaugurata dal Re in persona portando Faenza alla ribalta nazionale. L'esposizione raccoglieva nelle sale dell'ex convento di San Maglorio i prodotti ceramici contemporanei (provenienti da tutta Europa). Insieme ad esse sono stati esposti tanti esemplari prodotti da antiche fornaci italiane. Conclusasi l'Esposizione grazie ai doni degli espositori nacque il Museo che è oggi famoso in tutto il mondo, con tanti visitatori e uno dei vanti della città.

Durante la seconda guerra mondiale Faenza fu bombardata più volte: il primo attacco si verificò il 2 maggio 1944. Il 13 maggio fu effettuato un secondo attacco. Nel corso di quel durissimo anno, la città fu colpita circa cento volte. I due terzi dell'abitato furono distrutti. Morì sotto i bombardamenti il vescovo, mons. Antonio Scarante. La città fu liberata dalle truppe neozelandesi il 16 dicembre 1944. Nella lotta partigiana si distinsero particolarmente:

Per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana, Faenza è stata decorata al valor militare ed è stata insignita della croce di guerra al valor militare.

A prova dell'influenza dell'arte Faentina, il 18 agosto 2006 il Premier del Québec Jean Charest annunciò il ritrovamento della prima colonia francese in Canada, quella di Charlesbourg-Royal[4], e che vi fu ritrovato un frammento di un piatto istoriato realizzato a Faenza tra il 1540 e il 1550, certamente di proprietà del comandante aristocratico della colonia.[5].

[modifica] Monumenti e luoghi di interesse

[modifica] Architetture religiose

[modifica] Duomo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Duomo di Faenza.

[modifica] La chiesa della Commenda

La chiesa di Santa Maria Maddalena, conosciuta anche come "della Commenda" venne fondata nel XII secolo nel borgo Durbecco, in direzione di Forlì.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesa della Commenda.

[modifica] La chiesetta di San Lazzaro

La duecentesca chiesetta di San Lazzaro, a 4 km da Faenza, attualmente adibita a tempio ai caduti sulla strada.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiesetta di San Lazzaro (Faenza).

chiesa del santissimo crocifisso

[modifica] Architetture civili

Il palazzo del podestà di Notte

[modifica] Piazza del Popolo

Piazza del Popolo di notte
« Appoggiato con la schiena ad una colonna egli guardava il Duomo. L'enorme portone di mezzo era socchiuso, e sull'arco del suo vano si agitava lievemente un drappo rosso, segnacolo di qualche festa religiosa in quel giorno; la scalinata di granito pareva più bianca nel sole, la fontana gorgogliava da tutti i propri zampilli. avvolta in un pulviscolo d'acqua tenue come un vapore. Tutto quel largo dinanzi al Duomo e sino in fondo alla piazza rimaneva deserto, nessun fiacchero stazionava ancora presso il caffè, l'omnibus del grande albergo era già ritornato dalla stazione; solo qualche bicicletta passava tratto tratto nel vuoto, silenziosamente. »
(Alfredo Oriani, "Vortice", 1899)

I maggiori monumenti della città sono raccolti nelle due piazze contigue cittadine, sistemate a partire dal 1313: "Piazza del Popolo" e "Piazza della Libertà". La prima accoglie gli edifici medioevali del "Palazzo del Podestà" e del "Palazzo del Municipio", mentre nella seconda sorge la cattedrale, di fronte ad essa il loggiato del "Portico degli Orefici", e a lato una fontana monumentale, con sculture in bronzo del XVII secolo.

All'ingresso della Piazza del Popolo sorge la Torre dell'Orologio, fedele ricostruzione post-bellica della torre seicentesca posta nell'incrocio tra il cardo e il decumano della Faventia romana.

[modifica] Il Voltone della Molinella

Il voltone della Molinella

Il Voltone della Molinella conduce dalla piazza principale, piazza del Popolo al teatro comunale Masini. La volta ad ombrello è decorata a grottesche da Marco Marchetti nel 1566.

[modifica] Il teatro Masini

Il teatro Angelo Masini

Il Teatro Masini, in piazza Nenni (già "della Molinella"), fu progettato e costruito tra il 1780 e il 1787 dall'architetto Giuseppe Pistocchi, su richiesta dell'Accademia dei Remoti, un cenacolo di intellettuali ed artisti faentini che si era costituito nel 1673. Esso conserva una struttura con pianta di ferro di cavallo, fornita di quattro ordini di palchi, separati da colonne di vario stile. La fascia superiore è arricchita da decorazioni plastiche e venti statue raffiguranti divinità dell'Olimpo.

Vista di platea e palchi del Teatro Masini

[modifica] Altri Edifici

Loggia di Palazzo Ricciardelli
Casa Valenti

[modifica] Il Borgo Durbecco

Dopo il fiume Lamone si trova il Borgo Durbecco i cui primi insediamenti risalgono al XI secolo e dove vi sono la chiesa della Ss. Annunziata, la chiesa di Sant'Antonino, la chiesa della Commenda e la porta delle Chiavi.

[modifica] Architettura militare

[modifica] La torre di Oriolo

La Torre di Oriolo

Presso il borgo collinare di Oriolo dei Fichi, in direzione sud-ovest, si trova un mastio manfrediano del XV secolo, a pianta esagonale e della tipologia architettonica detta "a doppio puntone".

[modifica] Aree naturali

Il territorio di Faenza presenta un ambiente agricolo, suddiviso tra i vigneti dei pendii collinari e i coltivati, con tracce dell'antica centuriazione romana in pianura.
Nella zona sono presenti il "Parco carsico della grotta Tanaccia" e il "Parco naturale Carné", vasta area verde dotata di centro visite e ristoro. Un percorso, tra boschi e ruderi di fortificazioni medievali, si svolge da Croce San Daniele a Ca’ Malanca, nell'alta Valle del Sintria. E proprio a Cà Malanca si trova il Museo della Resistenza, nel luogo dove si svolse un'importante battaglia, quando, nell'ottobre del '44, la 36° Brigata Garibaldi riuscì a rompere l'accerchiamento tedesco e a ricongiungersi con gli inglesi, pagando un prezzo di sangue altissimo.

[modifica] Società

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti

[modifica] Popolazione

Variazione della popolazione residente a Faenza.

Anno Abitanti Variazione Italiani Variazione Stranieri Variazione
31/12/2007 56.131 51.904 4.227
31/12/2008 56.922 +1,41% 51.906 0 5.016 +18,66%
31/12/2009 57.644 +1,25% 51.940 0.07% 5.704 +13,72%

Fonte: Servizio statistico della Provincia di Ravenna.

[modifica] Cultura

[modifica] Musei e biblioteche

[modifica] Museo internazionale delle ceramiche

Sala del Rinascimento italiano

Il Museo internazionale delle ceramiche in Faenza(MIC), venne fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini, che 8 anni più tardi fonderà l'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica G. Ballardini ora a lui dedicato. Fra le personalità che fecero parte del comitato istituito dal Ballardini a sostegno della nascita del museo vi fu anche Tito Pasqui.[6] Il museo è diventato un importante centro culturale di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo e può proporre al pubblico un'ampia campionatura di quanto è stato prodotto dall'antichità classica fino ai giorni nostri. Il Museo è attualmente interessato da un ampio processo di trasformazione che, grazie all'aumento degli spazi espositivi, permetterà (ed in parte ciò è già visibile) una più razionale e comprensibile presentazione delle opere al pubblico. Il percorso prende avvio con le ceramiche precolombiane, proposte con il supporto di una raffinata didattica, cui seguono quelle dell'antichità classica dalla preistoria all'epoca romana - e quindi i manufatti provenienti dall'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea) e dal Medio Oriente. Al piano superiore del vecchio quadrilatero è presentata l'evoluzione delle ceramiche di Faenza dal Basso Medioevo al Rinascimento, che può essere messa a confronto con la produzione del Rinascimento italiano, ripartita per le varie regioni.

Piatto fine sec. XV "Giulia Bella"

Una sezione illustra i successivi sviluppi della ceramica italiana dal Seicento all'Ottocento, dove è possibile ammirare le settecentesche ceramiche faentine della manifattura dei Conti Ferniani, mentre nella Sala Europa si può ammirare una selezione dei prodotti delle principali manifatture europee. Di notevole interesse è il presepe Zucchini, esposto in una sala apposita, raro esempio di presepe monumentale faentino ottocentesco realizzato per la famiglia dei Conti Zucchini dallo scenografo Romolo Liverani. Il Museo non si rivolge solo alle ceramiche del passato, ma è attento a quanto ancora oggi si produce nel settore. Ecco allora i vasti spazi dedicati al contemporaneo che prende le mosse dalle opere dei Premi Faenza, un concorso internazionale che si celebra dal 1938. La sezione accoglie, oltre ad una selezione di designer, anche capolavori di artisti universalmente riconosciuti come Picasso, Matisse, Rouault, Léger, Chagall, Fancello, Fontana, Leoncillo, Burri, Martini, Melotti, Nespolo, Baj, Arman, Matta. Infine, nella nuova sala conferenze, il visitatore può accedere a una multivisione sulla genesi del Museo.

[modifica] Museo Nazionale dell'Età Neoclassica in Romagna

Ingresso di Palazzo Milzetti

In età neoclassica, architetti come Giuseppe Pistocchi, Giovanni Antonio Antolini, Pietro Tomba e artisti come Felice Giani e i suoi seguaci, lo scultore Antonio Trentanove, Giovan Battista Ballanti Graziani, furono artefici di una profonda trasformazione culturale della città. Palazzo Milzetti (poi Rondinini) rappresenta l’esito senza dubbio più alto del neoclassismo faentino, per la straordinaria integrazione tra l'architettura, la decorazione e l'arredo, permettendo di restituire ai visitatori l’esperienza della vita della nobiltà faentina dell'inizio del XIX secolo. Il palazzo fu acquistato nel 1973 dallo stato italiano, ed è stato aperto al pubblico nel 1979, dopo un lungo e accurato restauro.

[modifica] La Pinacoteca e gli altri musei

Crocifisso ligneo del maestro dei Crocifissi Francescani (sec. XIII) conservato nella pinacoteca comunale

La Pinacoteca ha origine nel 1797, quando l'amministrazione comunale acquistò un'importante collezione di stampe, disegni, gessi e dipinti dall'artista Giuseppe Zauli, cui ben presto si aggiungessero altre opere d'arte, provenienti dai conventi e dalle chiese soppressi in forza delle leggi napoleoniche. Essa venne aperta al pubblico nel 1879, nell'ex convento dei Gesuiti, attualmente chiamato Palazzo degli Studi e sede del Liceo Classico Evangelista Torricelli. Da allora, e fino ai nostri giorni, il patrimonio artistico è stato notevolmente aumentato da ricche donazioni di privati, da depositi di Enti pubblici, dai reperti archeologici emersi a seguito delle attività edilizie.

Tra le opere più importanti: Madonna con bambino e S. Giovanni in terracotta di Alfonso Lombardi; Madonna col bambino e i santi Michele e Andrea del Palmezzano; S. Girolamo, di Donatello (una delle poche statue in legno dell'artista), San Giovannino di Antonio Rossellino, Madonna col bambino ceramica di Andrea della Robbia, Madonna di Dosso Dossi; Ritratto di prelato del Domenichino; Fiori e frutti di Francesco Guardi.[7]

Altri musei sono il Museo civico di Scienze naturali di Faenza. Il Museo Carlo Zauli, fondato dopo la sua morte nel 2002 nel laboratorio dell'artista, scultore e ceramista, raccoglie le sue opere in una collezione permanente.

[modifica] La Biblioteca Manfrediana

La Biblioteca Comunale di Faenza ha sede nell'ex Convento dei Servi di Maria, adiacente l'omonima chiesa (tuttora aperta al culto).
Il primo nucleo librario risale al tempo delle soppressioni napoleoniche delle Corporazioni religiose (1797). Nel 1804 l'Abate Zannoni, divenuto bibliotecario a vita, arricchì la biblioteca del suo fondo personale: edizioni di classici greci e latini, opere d'antiquariato e di pregio. Superato il dominio napoleonico, la biblioteca venne aperta ufficialmente al pubblico il 25 novembre 1818.
L'Aula Magna si trova al primo piano. Allo stesso piano è l'aula di maggior pregio architettonico: la "Sala settecentesca", dotata di scansie laccate, eseguite nel 1784. Ebbe la funzione di archivio notarile cittadino, fino al 1923, quando gli atti furono trasferiti in altra sede.
Nella biblioteca sono conservate numerose collezioni, tra le quali sono da annoverare: le raccolte dei disegni di Romolo Liverani e di Domenico Rambelli, il fondo dei disegni di Giuseppe Pistocchi, la più ricca collezione di scatole di fiammiferi di epoca Liberty presente in Italia (circa 35.000 esemplari), il Codice 117 (Bonadies), manoscritto musicale del '400.

[modifica] Personalità legate a Faenza

Medio Evo

Età moderna

XVIII secolo

XIX secolo

XX secolo

XXI secolo

[modifica] Il dialetto romagnolo

Faenza è legata alle sue radici culturali romagnole, ed in particolare al suo dialetto. Assieme a Forlì condivide la fama di sede del dialetto romagnolo tipico, anche se fra i due centri vi sono significative differenze. Difatti in questo territorio perfino fra due frazioni separate da pochi chilometri di strada possono riscontrarsi differenze di termini e accenti. La lingua tende a perdere questa o quella peculiarità a mano a mano che ci si allontana dal nucleo centrale. A Faenza ha sede la Filodrammatica "A.P. Berton", una delle prime filodrammatiche d'Italia, fondata nel 1883. È un’associazione estremamente attiva dal punto di vista teatrale, rinomata in particolare per le commedie in dialetto romagnolo. Dal 1994 ha una sede stabile: il Teatro dei Filodrammatici.

[modifica] Eventi e ricorrenze

Il Palio del Niballo
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Palio del Niballo.

La quarta domenica di giugno si disputa invece il ‘"Palio del Niballo’": una rievocazione storica fra i 5 rioni della città, nata nel 1959. Questo avvenimento è accompagnato nelle settimane prima dalla Bigorda,dalle gare delle bandiere e dei musicanti. La settimana che precede il palio del Niballo nei vari rioni della città si fanno cene propiziatorie. I 5 Rioni della città sono: il rione Bianco, il rione Rosso, il rione Giallo, il rione Verde e il rione Nero

[modifica] 100 km del Passatore

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce 100 km del Passatore.

Nell'ultimo sabato di maggio si svolge la "100 km del Passatore". È una ultramaratona, considerata da molti folcloristica ma molto impegnativa, che richiama ogni anno più di 1000 partecipanti da tutto il mondo. La difficoltà non è solo nella distanza (100 km certificati IAU/IAFF) ma anche nel dislivello: la partenza è a Firenze (128 metri slm) e si devono attraversare gli Appennini giungendo alla quota massima sul Passo della Colla di Casaglia (913 m s.l.m.) per poi scendere verso Faenza (34 m s.l.m.). L'importanza di tale gara nel panorama delle ultramaratone è data dal fatto che più volte è stata campionato europeo e nel 1991 anche campionato del mondo.
Altre importanti manifestazioni sportive sono la Coppi-Bartali, ed in generale le molte corse ciclistiche presenti nella zona.

[modifica] Meeting Etichette Indipendenti

A fine novembre si svolge la manifestazione che in assoluto porta in città il maggior numero di visitatori: il Meeting Etichette Indipendenti (MEI), evento in cui si radunano case discografiche e musicisti che si definiscono indipendenti dalle major discografiche. Partecipano musicisti di caratura nazionale con concerti nelle 3 serate di durata della manifestazione.

[modifica] Festival dell'arte contemporanea

Il Festival dell’arte Contemporanea di Faenza si propone come l’appuntamento internazionale dedicato alla riflessione e al confronto sull’arte di oggi, coinvolgendo addetti ai lavori e un panorama sempre più ampio di appassionati. Nato nel 2008, la prima edizione è stata un vero e proprio successo: 10mila visitatori e 120 relatori.

[modifica] Ceramica d’arte

Importanti sono le Manifestazioni internazionali della ceramica d'arte contemporanea e antica che si svolgono nella cittadina nei mesi di settembre e ottobre richiamando artisti, collezionisti e amanti della maiolica da tutto il mondo.

[modifica] Nott de bisò

Nella sera del 5 gennaio si celebra la "Nott de bisò", altro avvenimento legato al Palio, in cui si beve il tradizionale "Bisò" (nome dialettale del Vin Brulè), che dà anche il nome alla festa. La manifestazione manfreda, una sorta di sagra paesana dove tantissimi cittadini si vestono con costumi storici, fa parte della FIGS (Federazione Italiana Giochi Storici): infatti la piazza faentina ha sfornato molti campioni, sia sbandieratori sia cavalieri, che hanno gareggiato da sempre a livello nazionale.

[modifica] Amministrazione

Sindaco: Giovanni Malpezzi (Centrosinistra) dal 30/03/2010

[modifica] Classificazioni ambientali

[modifica] Città gemellate

Faenza è gemellata[8] con:

[modifica] Sport

[modifica] Associazioni sportive

[modifica] Personalità sportive legate a Faenza

[modifica] Note

  1. ^ Dato Istat al 30/6/2010.
  2. ^ L'anno seguente anche i Traversari di Ravenna si volsero alla parte guelfa.
  3. ^ Una serie di sondaggi con il georadar è stata avviata nel 2009.
  4. ^ canada.com
  5. ^ http://en.wikipedia.org/wiki/Jacques_Cartier
  6. ^ "Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza è stato fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini. [...] A sorreggere tale programma fu istituito da Gaetano Ballardini un Comitato italiano e un Comitato internazionale con corrispondenti. Il Comitato italiano era composto da personalità quali: Felice Barnabei, Leonardo Bistolfi, Giacomo Boni, Galileo Chini, Vincenzo Giustiniani, Francesco Malaguzzi Valeri, Aurelio Minghetti, Paolo Orsi, Tito Pasqui, Giovanni Piancastelli, Vittorio Pica, Corrado Ricci e Giulio Aristide Sartorio." in Origine e sviluppo del Museo. URL consultato il 02-09-2009.
  7. ^ Sito web - Italia per Turisti - Pagina della "Pinacoteca comunale di Faenza". URL consultato il 2011-05-19.
  8. ^ Sito ufficiale dell'Associazione Gemellaggi del Comune di Faenza

[modifica] Bibliografia

[modifica] Immagini della ceramica faentina

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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