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Docebo spinge l’e-learning nella nuvola

Dopo aver trasformato il proprio prodotto in un software as a service, l’azienda punta a conquistare il mercato spinta da un super finanziamento di Principia

di Silvio Gulizia

Docebo (insegnerò in latino) è una piattaforma di e-learning che negli scorsi giorni ha ottenuto 2,4 milioni di euro di finanziamento da Principia II, fondo chiuso di Principia SGR. Il ceo è Claudio Erba, 38enne brianzolo verace, come si definisce, ex docente all’università di Firenze con una formazione economica alle spalle. A Firenze Erba ci era andato a insegnare content management system, dopo essersi conquistato un pezzo del web organizzando la comunità italiana di Php-Nuke, uno dei primi cms open source. Erba lavorava anche come consulente e quando un cliente gli chiese di creare un sistema per archiviare dispense universitarie propose di dimezzare il costo del lavoro se il codice del progetto fosse stato rilasciato con licenza open. Ci lavorò con Fabio Pirovano (oggi cto di Docebo) e Andrea Biraghi (grafico) e ne fece uno dei primi progetti italiani nel campo open source. Seeweb ci investì 150 mila euro nel 2006 e Docebo finì sui giornali. L’ufficio risorse umane di Mediaset s’interessò al prodotto e divenne il primo cliente. Quando Erba si rese conto che il 75% dei clienti utilizzava il prodotto in hosting presso Docebo decise di trasformare l’azienda da una società di consulenza in una che offre un servizio tramite il cloud. Ed è così che è scoccata la scintilla con Principia.

Qual è la vision di Docebo?

“Ci siamo resi conto che il software open source nelle aziende trova un’alta barriera all’entrata, perché servono competenze specifiche. Inoltre non c’erano validi prodotti per l’e-learning per le medie imprese. Noi abbiamo azzerato la necessità di competenze tecnologiche per sfruttare la piattaforma”.

Come ti è venuta l’idea?

“Da buon brianzolo, figlio di imprenditori, volevo creare la mia fabbrichetta. Cercavo un prodotto che mi permettesse di entrare facilmente nelle grandi aziende. Inizialmente pensavo a una piattaforma di e-learning come un servizio che consentisse di non andare all’Isu a cercare le dispense”.

E qual è la riflessione che ti ha portato a Docebo?

“Un’azienda ha mille necessità formative e obblighi formativi su sicurezza, privacy, codice etico o lingue. Il personale va fatto crescere e formato sul lancio di nuovi prodotti. Oggi fra i nostri clienti abbiamo un’azienda che fa lezione sull’uso dei radar militari a tutta la Nato, una casa motoristica italiana che forma i concessionari on line quando lancia una nuova moto e un operatore telefonico che tramite Docebo organizza i briefing per i dipendenti dei call center. Abbiamo 300 mila studenti nel mondo”.

Docebo può essere usato da chiunque? Anche da mia sorella per fare ripetizioni o lanciare un corso di uncinetto?

“Sì non ci sono limiti e non è necessario essere un’azienda per usare il sistema. Offiramo uno strumento potente, ma semplice e che può essere usato da aziende, organizzazioni e associazioni per affrontare lo sviluppo delle competenze personali in modo innovativo.

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