Biografia di Madre Elisa Salvadori

madrelisa 140x214La Contessa Elisa Salvadori, originaria di una nobile ed antica famiglia senese, nacque il 9/9/1900 a Cagliari, dove il padre Olindo si trovava in qualità di Provveditore agli studi.

All'età di 12 anni perse la mamma, Ilde Riccomani e per questo fu educata da una zia paterna nobile, persona molto severa ed autoritaria. Visse la sua adolescenza e la sua giovinezza a Roma con il padre, due fratelli, la zia, due zii sacerdoti e lo zio poeta e scrittore Giulio Salvadori, figura di rilievo nella sua formazione. Provò presto un grande amore verso Gesù e la Madonna e fu abituata alla carità verso gli altri dalla sua famiglia, che usava accogliere in casa, almeno una volta alla settimana, numerosi poveri, per soccorrerli nelle loro necessità.

Elisa manifestò fin da bambina una forte attrazione alla vita religiosa, tanto che già a 14 anni aveva deciso nel suo cuore di dedicare la sua vita a Dio.

Crescendo eccelleva nello studio: frequentò il liceo e si laureò brillantemente in Lettere e Filosofia.m elisa 2

Dedita alla poesia, a soli 16 anni era membro dell'Accademia letteraria dell'Arcadia, con lo pseudonimo di "Gliceria".

Il suo segreto proposito di consacrarsi alla vita religiosa claustrale fu ostacolato dal desiderio dei famigliari, che la sollecitavano ad accettare la richiesta di matrimonio di un nobile ufficiale dei Bersaglieri, Luigi Togna. Accondiscendendo, seppur a malincuore, alle pressanti insistenze dei suoi, si sposò il 27 ottobre 1920 e si dedicò totalmente ai suoi doveri famigliari. Seguì il marito nei suoi molti trasferimento e curò con immenso amore l'educazione dei suoi due figli, Franco e Mariella.

La sua condizione sociale la portò ad essere presente nell'ambiente dell'alta società romana. La sua personalità, la sua cultura, i suoi scritti le valsero una grande considerazione nel suo ambiente e la scelta a dama di corte della Regina Elena di Savoia.

m elisa 3Ma ella non dimenticò mai l'amore di Dio e dei fratelli più sfortunati e continuò a soccorrere materialmente e spiritualmente chi aveva bisogno: per i piccoli istituì, in Piazza San Salvatore in Lauro, il nido materno "Giulio Salvadori", riconosciuto già nel luglio 1932; per gli adulti organizzò corsi di formazione e di alfabetizzazione.

Negli anni '40 dava inizio all'Opera della Divina Provvidenza, sempre intitolata allo zio Giulio, in via Aurelia 418, allargando il suo disegno d'amore verso un numero sempre maggiore di giovani, infatti lì aveva cominciato a raccogliere i numerosi orfani che la guerra aveva generato, accudendoli, vestendoli, sfamandoli ed amandoli con amore materno.

La seconda guerra mondiale le riservò terribili prove: la destinazione al fronte del marito, colonnello dei bersaglieri, ma soprattutto la morte in Africa dell'adorato figlio Franco.

Ella, pur accettando tale dolore come "volontà di Dio", soffrì terribilmente e questa ferita le rimase sempre nel cuore. Ripeteva che, proprio perché l'aveva sperimentato personalmente, poteva capire i dolori delle madri, poteva comprendere le difficoltà delle famiglie; e si prodigò sempre con infinito amore.

m elisa 4Già da tempo si era distaccata dall'ambiente mondano, per dedicarsi all'assistenza dei bisognosi e dei bambini più poveri ed infelici, progettando un'opera che potesse dar loro il calore degli affetti familiari di cui erano stati privati. In ciò si sentiva sollecitata dalla sua profonda ed intensa vita spirituale, che i suoi successi umani non avevano mai indebolito. Decise così di dedicarsi completamente agli altri ed iniziò questo ulteriore cammino facendo donazione di tutti i suoi averi (che non erano pochi!) ai poveri.

Raccontava che il Notaio, forse sorpreso da tanta generosità, prima di stendere l'atto e poi prima della firma, le aveva chiesto ripetutamente se fosse ben consapevole di quello che stava per fare, "che ci pensasse ancora...", ma lei aveva risposto sicura e, subito dopo, si era sentita molto più leggera e felice.

Spesso ringraziava il Signore per averle dato questa possibilità: infatti il danaro non aveva valore se non per aiutare gli altri. Ripeteva spesso che le cose più importanti erano l'amore verso Dio e l'amore verso il prossimo: quando ci fossero state entrambi, la Divina Provvidenza non sarebbe mai mancata, cosa che sperimentò durante tutta la sua vita.

Nel dopoguerra, con una speciale dispensa papale, si fece suora ed intorno agli anni '50 fondò la "Pia Società delle Suore Oblate della Sacra Famiglia", riconosciuta successivamente sia dal Vicario Generale di Roma (Decretum n. 518 del 21/12/1973) sia dallo Stato come Persona Giuridica con il D.P.R. n. 1920 del 9/12/1963 e ne divenne Superiora Generale. Suo marito Generale Luigi Togna morì a Roma il 9/7/1980.

Nel 1947, trasferì la sede della sua Opera in via dei Carraresi n. 3, nel quartiere Aurelio-Bravetta, dove si trova tuttora. Fu saggiamente e santamente ispirata in tale occasione dal suo confessore e consigliere, il gesuita Padre Felice Cappello, che la incoraggiò ad affidarsi ciecamente alla Provvidenza. La zona all'epoca era povera e periferica e Madre Elisa si prodigò moltissimo per le famiglie che vi risiedevano: vi fece arrivare i mezzi pubblici, costruire i marciapiedi e i campi sportivi e aiutò molto i sacerdoti delle vicine Parrocchie.m elisa 5

Fondò scuole per istruire l'infanzia, istituì corsi professionali per adulti, aiutò materialmente e spiritualmente le famiglie della zona, dalle quali desiderava la santificazione ad imitazione della famiglia di Nazareth. Dedicò tutta se stessa a combattere i mali che minacciavano le famiglie: con le sue scuole protesse i giovani dalla droga e li preparò ad inserirsi nel mondo del lavoro; a molti papà procurò un'occupazione e la casa a chi non l'aveva; provvedeva anche alle cose più piccole, ai mobili, al vestiario a quanto fosse necessario per una vita confortevole e dignitosa. Aiutò le mamme che lavoravano accogliendone i figli fin dalla prime ore del mattino fino a tarda sera.

Confortava chi si rivolgeva a lei per qualsiasi sofferenza; spesso, pregando, ottenne anche inaspettate guarigioni da malattie che sembravano senza rimedio.

I mali spirituali la facevano soffrire non meno di quelli materiali e si adoperò sempre per riportare pace e concordia all'interno di tante famiglie che si trovavano a rischio di separazione.

Fu per tutti come e più di una vera mamma amorosa. Soccorse particolarmente i poveri, gli emarginati, coloro che vivevano esclusi dalla società e che non avevano né beni materiali, né affetti né alcuno che si curasse di loro.

Per lei i poveri erano Gesù e per questo li amava, li curava, li confortava, con una pietà ed un amore infinito: tutto nel più completo nascondimento. tutti coloro che passavano nel suo Istituto, ed erano molti davvero, trovavano in lei accoglienza, amore, affettuosa sollecitudine.

Lei, abituata ai lussi della sua famiglia, a cui aveva voluto rinunciare, scelse di adattarsi alla povertà più assoluta che condivideva con le sue "Creature". Spesso per coprire un povero che aveva freddo n on aveva esitato a donare i suoi stessi indumenti, così come tante volte aveva rinunciato al necessario per comprare una medicina ad un ammalato o pagare una bolletta ad un bisognoso.

Proprio per la sua tenerezza, i poveri e tutti quelli che la conoscevano la chiamavano "Mammina", perché più di una vera mamma puliva le loro piaghe, asciugava le loro lacrime, comprendeva i loro errori e non li giudicava mai, ma li aiutava e confortava con tanta delicatezza e carità.

Cercò di portare l'amore di Dio a tutti coloro che incontrava e spese tutta la sua vita nell'amore di Dio e dei fratelli, come ci ha insegnato Gesù.m elisa 6

Madre Elisa, specialmente negli ultimi anni soffriva molto, ma non si lamentava: offriva tutte le sue pene e i suoi dolori al Signore per la salvezza delle anime. Era molto conosciuta e tantissima gente veniva, anche da molto lontano, per parlare o solo per incontrarla. Ella era sempre disponibile per tutti ma poneva al primo posto i poveri e i bambini e per loro lasciava anche attendere i potenti che si rivolgevano a lei per le questioni più disparate. Molti sacerdoti venivano a lei per un consiglio, per situazioni particolarmente difficili: per loro ella pregava e offriva al Signore le proprie sofferenze, ricordando sempre la sacralità del sacerdozio e le tante prove cui i sacerdoti sono sottoposti. Affidava ogni giorno tutte le sue creature a Gesù e alla Madonna e spesso, anche grazie ai suoi continui sacrifici, ella veniva esaudita nella richiesta di grazie necessarie ai suoi diletti.

Madre Elisa, oltre alle suore interne, istituì nel 1952 anche le "Suore Oblate Esterne", laiche che, con i voti di povertà, castità ed obbedienza secondo il proprio stato -chi nubile, chi di coniugata- aiutavano ed aiutano le suore interne nel mandare avanti l'Istituto.

Negli anni '80 fondò per i laici la Comunità "Matteo XXV", il cui nome trasse dall'omonimo capitolo del Vangelo di San Matteo, in cui Gesù stesso ci ricorda che ogni gesto d'amore fatto ad un bisognoso è come se fosse fatto proprio a Lui in persona e che su questo soprattutto alla fine della nostra vita, saremo giudicati.

Madre Elisa è tornata al Padre il 30 settembre 1987 ed il suo corpo riposa in una Cappella all'interno dell'Istituto.

Dal 2004 sono iniziati i lavori per la causa di beatificazione, in vista della sua introduzione presso il Vicariato di Roma.

Prima di morire promise che non avrebbe abbandonato i suoi figli e la sua opera e che dal cielo avrebbe intercesso affinché la Divina Provvidenza li sostenesse sempre. Testimonianza viva di questa promessa è l'Opera stessa da lei fondata, che va avanti a svolgere la missione d'amore per cui ella l'ha realizzata.