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Medicina funzionale regolatoria

Medicina Funzionale Regolatoria Classica

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La medicina funzionale regolatoria si basa sulla semplice osservazione del corpo umano e di tutte le risposte che mette in atto l’organismo per fronteggiare stimoli esterni o interni che alterano più o meno momentaneamente l’equilibrio generale e lo stato di salute naturale. I meccanismi fisiologici di risposta ad uno stimolo stressogeno sono nel loro insieme definite catene causali.

Gli ambiti di studio della medicina funzionale sono:

  • anatomia = come è fatto il corpo umano
  • fisiologia = come funziona il corpo quando va tutto bene
  • patologia = meccanismi e cause di alterazioni funzionali o strutturali dell’organismo, ovvero, perché si rompe qualcosa e come avvengono le riparazioni
  • biochimica = letteralmente chimica della vita, il ponte tra la chimica pura e la biologia

Questo modello terapeutico attinge da conoscenze sia classiche sia complementari, come per esempio dalla fitoterapia, dall’omeopatia, dalla medicina cinese o dalla gemmoterapia.

La terapia funzionale è basata essenzialmente sulla regolazione aspecifica della matrice extracellulare (cioè si pulisce l’ambiente nel quale vivono le cellule, come se si pulisse una città da tutto l’inquinamento, immaginate la matrice extracellulare come il gel per i capelli nel quale vivono le cellule), sulla nutrizione dei tessuti del corpo umano e sul supporto all’intero organismo con integratori specifici e/o cure omeopatiche e/o rimedi naturali a base di piante officinali.

Nello specifico i rimedi naturali più utilizzati dalla medicina funzionale regolatoria per curare sono:

“Obiettivi principali della medicina funzionale regolatoria sono: porsi come interfaccia tra la medicina ufficiale e la medicina complementare naturale (intesa come fitoterapia, omeopatia, medicina cinese) e riunire e/o integrare in una visione realmente olistica, strutturata come scienza trasmissibile che permette di integrare il sapere medico (scienza) con quello fitoterapico, omeopatico e nutrizionale in un quadro unitario” (dal sito http://www.procaduceo.org/it_strum/mfr.htm )

Per fattori stressogeni in medicina funzionale si intendono tutti quegli eventi quotidiani e non che fanno perdere l’equilibrio della salute naturale al corpo. Gli stress in medicina funzionale regolatoria possono essere sia fisici come un trauma, un’operazione chirurgica o un incidente, ma anche un tipo di alimentazione non equilibrata; e anche dei fattori emozionali come per esempio arrabbiarsi tutti i giorni oppure essere preoccupati.

Il metodo di cura è quello di analizzare tutti i sintomi che la persona manifesta, di legarli tra loro in un rapporto di causa/effetto (catena causale) e infine individuare un percorso di cura che riporti il prima possibile la persona a godere di uno stato di piena salute.

Medicina funzionale regolatoria: un approccio di cura che nasce da lontano

Rudolf Virchow

La medicina funzionale regolatoria muove i suoi primi passi nel 1858 in Germania grazie al trattato “Cellular pathology” del patologo Rudolf Virchow che individua nelle alterazioni morfologico funzionali cellulari la causa delle malattie , iniziando di fatto così la patologia cellulare. Questa visione istologica soppianta la visione umorale che aveva fatto scuola per 1500 anni.

Alfred Pischinger (1899 – 1982) nel 1948 iniziò lo studio di come la matrice extracellulare (ciò tutto ciò che è al di fuori della cellula) potesse influenzare la funzionalità dei vari tessuti e la relazione tra ambiente nel quale le cellule vivono e le malattie. L’osservazione di Pischinger è estremamente semplice: le cellule non sono entità a sé stanti chiuse agli scambi con l’ambiente che le circonda, ma vivono nel tessuto organico extracellulare, appunto matrice. Tutto ciò che è esterno alla cellula contribuisce alla fisiologia e alla vita della cellula stessa, queste complesse reazioni di scambio da e per la cellula vengono dette “sistema di regolazione di base” e di fatto riprendono la teoria umorale.

Alfred Pischinger

Si può immaginare la matrice extracellulare come il gel per i capelli nel quale vivono le cellule del nostro organismo organizzate in maniera diversa tra loro in modo da formare i vari tessuti del nostro corpo: saranno più dure e resistenti quelle delle ossa, molto sensibili quelle della pelle o più elastiche quelle dei muscoli che allungandosi ci permettono i movimenti. Tutte le cellule possono vivere scambiando con l’ambiente esterno gas (ossigeno e anidride carbonica – respirazione), nutrienti e tossine da eliminare (metaboliti – nutrizione, digestione). Più l’ambiente esterno è “pulito” più le cellule riescono a vivere meglio e più a lungo esattamente come un uomo che vive in campagna ha un’aspettativa di vita più lunga rispetto a chi vive in una città inquinata: l’ambiente svolge un ruolo fondamentale per la nostra salute! Quindi più la matrice extracellulare è “pulita” più per ogni cellula del nostro corpo è facile “commerciare” con l’ambiente esterno.

Esistono molti fattori che possono alterare l’equilibrio fisiologico della matrice extracellulare, si pensi per esempio all’inquinamento oppure ai conservanti e ai coloranti negli alimenti. Nel loro complesso tutti questi fattori di disturbo dell’equilibrio della matrice extracellulare sono eventi stressanti e la matrice tenta di ripristinare l’equilibrio perso con una controreazione, per esempio modificando la pressione osmotica o la concentrazione dei sali minerali.

Hans Seyle (1907 – 1982) studiò, a partire dal 1936 a Montreal, le risposte che l’organismo dà ai fattori stressogeni: sindrome generale di adattamento. I fattori stressogeni possono essere fisici (per esempio la fatica) oppure mentali (per esempio la concentrazione nello studio, esami, interrogazioni) oppure ambientali (in famiglia o sul lavoro) o anche sociali (un terremoto o la crisi finanziaria).

Hans Seyle

La risposta a qualsiasi tipo di stress si sviluppa sempre in tre fasi:

  • allarme
  • resistenza
  • esaurimento

Ognuna caratterizzata da precise reazioni biochimiche sia nella cellula che nella matrice extracellulare. Il protrarsi nel tempo di fattori stressogeni può portare al verificarsi di sintomi fisici e a lungo andare le malattie diventano debilitanti. L’andamento della risposta che il nostro organismo dà allo stress è schematizzata nella prima immagine di questo articolo.

Riassumendo:

Virchow (1858): le cellule si alterano sia nelle loro funzioni sia nel loro aspetto quando insorge una malattia

Pischinger (1948): le cellule vengono influenzate anche dall’ambiente (matrice extracellulare) in cui vivono

Seyle (1936): le cellule e l’ambiente nel quale vivono vengono “attaccati” da molteplici fattori stressogeni ai quali tentano di porre rimedio cercando di riequilibrare il sistema

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