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Testi a cura del Prof. Fabio Bonaiti

Situata in una valle morfologicamente estesa per quindici chilometri dalle sponde del Lago di Olginate sino ad Ambivere e denominata ufficialmente Valle San Martino a partire dalla prima metà del secolo XV, Calolziocorte affonda le sue radici in un passato assai lontano.

Indizi di una probabile frequentazione umana in età preistorica risultano essere i resti di alcune strutture palafitticole rinvenute presso il Lavello, testimonianze, forse, di un primo insediamento ubicato lungo le rive del fiume Adda. Anche in epoca protostorica, con ogni probabilità, il territorio di Calolzio fu oggetto di un qualche popolamento: tralasciando le varie ipotesi sull’origine preromana della località, formulate sulla base dell’etimologia del toponimo Calolzio, significativa è la presenza di un insediamento riferibile all'età del ferro ed alla cultura celtica di Golasecca (IX-V secolo a.C.) individuato presso la vicina Rocca di Somasca.

Più consistenti appaiono, invece, le vestigia della presenza romana, ascrivibili soprattutto all'epoca imperiale. Per il fatto di essere attraversata dalla strada pedemontana che collegava Brescia, Bergamo, Como e che varcava il fiume Adda grazie al ponte di Olginate, riferibile al III secolo d.C. (i cui resti si conservano ancora oggi in alcuni piloni di forma esagonale), l’insediamento di Calolzio acquisì un'importanza rilevante certamente trovando in questa risorsa viaria la ragione del proprio sviluppo. Oltre ai numerosi sarcofagi a vasca con coperchio a spiovente e ad una piccola necropoli rinvenuta in località La Gerra, particolare attenzione merita il ritrovamento dell'epigrafe sacra in marmo con dedica a Diana, dea della caccia, dei boschi e della luna, rinvenuta presso la chiesa parrocchiale di Lorentino e che recita DIANÆ Q.VIBIUS SEVERUS (databile tra il I ed il II secolo d.C.).

La prima testimonianza scritta di una località calolziese, ovvero Corte, va forse ricondotta all'estremo limite dell'età longobarda e precisamente all’anno 774: Rado de Curte compare infatti come testimone in una pergamena bergamasca; quest'uomo di mille duecento anni fa - stando alla documentazione conosciuta - rimane a tutt'oggi il più antico abitante di Calolziocorte, la cui memoria sia sopravvissuta fino ai giorni nostri. E’ molto probabile che già in epoca alto medievale esistesse in Calolzio, e sempre in località La Gerra, una primitiva chiesa intitolata a San Martino Vescovo di Tours - santo particolarmente caro ai Franchi - importante, o antica, tanto da estendere poi la stessa dedicazione all’intera vallata su di essa gravitante. A conferma dell'ubicazione di questa chiesa proprio in Calolzio risultano due pergamene della metà del XIII secolo: la prima, datata 1249, ci ricorda alcuni abitanti a Calolzo vallis Sancti Martini; l'altra, stesa nel 1264, riguarda le località di Calolzio, Cremellina, Carzano, Foppenico, Rossino e Somasca, tutte situate nella Valle San Martino definita de Calolzo plano. Indubbiamente, è nel corso degli anni immediatamente prima e dopo l’anno Mille che Calolzio raggiunge l'apice del suo sviluppo: anche se le dedicazioni di alcune chiese lasciano il sospetto di fondazioni molto più antiche, la maggior parte delle località calolziesi - se si escludono i casi di Corte e di Sala, toponimi longobardi - nasce ed assume una precisa fisionomia solo tra il IX e l’XI secolo: stando alla documentazione nota, al 928 risale una delle prime attestazioni di Calolzio (Calaucio o Calauce) all'anno 887 quella di Cremellina (località in seguito scomparsa, da collocarsi presso l'attuale frazione Pascolo), e poi Foppenico (985, Flaponico), Casale (985), Lavello (1014, definito addirittura castello), Lorentino (1036, Lograntino), etc. Le chiese del calolziese dipendevano dalla Pieve di Garlate e, anche se territorialmente bergamasche, fecero parte della Diocesi Ambrosiana sino al 1788 per poi venire aggregate a quella di Sant’Alessandro. Nel 1274 Napoleone della Torre conquistò la Valle San Martino ed il suo capoluogo: in quegli anni, su Calolzio, forte era il potere esercitato dalla nobile famiglia feudale dei Benaglio, tra l’altro detentrice di numerosi castelli ed alleata dei Torriani in chiave antiviscontea. Tra i numerosi avvenimenti militari e politici che seguirono a questo tragico periodo di lotte intestine, si ricorda la battaglia del Campo Cerese (1398) tra i guelfi di Calolzio e i ghibellini di Olginate.

Con il trattato stipulato nell’aprile del 1454 la Valle San Martino passò definitivamente sotto il dominio della Repubblica di Venezia che già da qualche decennio aveva cominciato ad affacciarsi sul territorio calolziese nell’intento di occupare Lecco. Con il mite dominio della Serenissima, Calolzio inaugurò un periodo di maggior tranquillità e prosperità e trasse numerosi benefici dai vari privilegi che il Governo Veneziano le concesse in quanto terra di confine con il Ducato di Milano. Il 1797, anno del trattato di Campoformio e della soppressione della Repubblica di San Marco ad opera di Napoleone Bonaparte, vide Calolzio, come tutta la Lombardia di allora, annoverata nei possedimenti austriaci del Regno Lombardo Veneto sino all’unità d’Italia.

Anello di congiunzione fra la Lombardia occidentale e quella orientale, l’abitato di Calolziocorte venne nel 1863 interessato dalla costruzione della linea ferroviaria Lecco-Bergamo-Brescia (una delle più antiche d’Italia) e, tre anni più tardi, dall’attivazione della tratta Milano-Lecco. La posizione strategica e la presenza di importanti crocevia ferroviari favorirono lo sviluppo a Calolziocorte di numerosi insediamenti industriali, soprattutto fra gli anni ’20 e ’40 del secolo scorso. Da ricordare lo stabilimento “Sali di Bario”, da tutti i Calolziesi conosciuto come “Fabricù”, fondato nel 1902 da Pietro Cugnasca e Domenico Baggioli.

Nel 1927, con un Regio Decreto emanato da Vittorio Emanuele III re d’Italia, venne attuata l’unificazione dei comuni di Calolzio e Corte (ai quali, l’anno successivo, vennero fusi quelli collinari di Rossino e Lorentino), precedentemente separati e autonomi: da qui l’attuale denominazione composita di Calolziocorte.