Storia del Tribunale
La prima sede del Tribunale
di Ferrara fu quella del palazzo della Ragione, in piazza Trento e Trieste sino al 1945. Successivamente, a causa della
distruzione dell’antico edificio per incendio, avvenuto il 22 aprile di quell’anno, fu Palazzo Bentivoglio, in
via Garibaldi. Doveva essere una scelta provvisoria mentre invece il Tribunale rimase in quell’edificio (oggi
ristrutturato) fino all’inizio degli anno ’80.
La terza (e attuale) sede è stata (e lo è tutt’ora) nel complesso di via Borgoleoni. I lavori si conclusero nel 1984
e l’intera opera - progettata da Carlo Aymonino, coadiuvato dall’ingegnere Alberto Torti su un’area di
11.500 metri quadrati - costò 10 miliardi di lire.
Vicende Storiche che hanno condotto alla attuale ubicazione.
La prima costruzione del Palazzo della Ragione risaliva al 1326 quando il podestà di Ferrara, Galeotto dei Maggi, aveva
deciso di riunire tutti gli uffici della giustizia. Edificato con architettura gotica, dopo l’incendio del 1512 era
stato rifatto aggiungendovi i locali delle carceri. Poi per motivi economici erano state aperte nella parte inferiore
botteghe e magazzini senza considerare che avrebbero indebolito la base. Accertato il pericolo, il Municipio pensò di
ricostruire il palazzo nell’ottobre del 1831 e affidò l’incarico all’architetto comunale Giovanni Tosi
che scelse come collaboratori Giuseppe Sivieri per la struttura e Francesco Vidoni per le decorazioni. Conservando
l’aspetto originario senza alterare la pianta, si suddivise il palazzo in tre parti: il piano terra accoglieva ampie
botteghe con sovrapposte finestre a lunetta per dare luce; nell’arcata di mezzo c’era l’entrata principale
e da questa attraverso un’ampia scala si accedeva al loggiato abbellito da vari rosoni, lavori architettonici in marmo
e in mattoni zigrinati e sculture realizzate da Vidoni. Su quello c’erano i locali per le Assise, i Tribunali e le
Preture. Con il nuovo secolo il palazzo della Ragione fu oggetto di una serie di aspetti negativi. Nel 1921 un incendio
distrusse parte dell’archivio delle cause civili. Eccezionale fu l’intervento dei pompieri che, privi di pompe
di grande potenzialità, scarsità di tubi, con pochi antichi mezzi a loro disposizione, domarono le fiamme, ma per la grande
quantità d’acqua utilizzata si deteriorarono i pavimenti e il mobilio del piano sottostante.
Il 22 aprile 1945 un altro incendio nell’archivio penale distruggerà circa settanta fascicoli e dell’interno
del palazzo rimarrà solo l’ossatura priva di tetto e solai. I giornali dopo l’incendio evidenziarono tutto ciò
che aveva favorito l’azione dei responsabili: le porte di accesso alla Cancelleria erano costruite in economia per cui
era sufficiente forzarle leggermente per entrare, le finestre senza inferriate; nello spazio retrostante il Tribunale (in
piazza Magoni) c’era un cinematografo per cui era impossibile installare dispositivi di sicurezza antintrusione. Si
cercò allora ci trovare una sede per il Tribunale, che rispondesse ai requisiti di sicurezza richiesti per un Ufficio
Giudiziario, ma invece di usare il palazzo Pareschi o l’ex sede del gruppo rionale Moretti in via Savonarola si optò
per il palazzo Bentivoglio in via Garibaldi. Una scelta che si riteneva provvisoria (dai due ai cinque anni) e che non
garantì sicurezza perché non c’era il custode, continuo era il passaggio di estranei per la presenza di sfollati.
Dopo l’incendio del palazzo della Ragione, la Curia, l’Ordine Forense e la Ferrariae Decus si trovarono
inizialmente d’accordo sulla ricostruzione, ma l’esistenza di un contratto già firmato dal Comune con la ditta
Prati di Roma per avviare il risanamento di S. Romano bloccò tutto. Allora si presentarono diverse opzioni: adattare a
palazzo di giustizia l’ex convento di S. Paolo; trasformare, restaurare, ampliare la caserma Palestro (anticamente
chiesa di S. Guglielmo con convento); costruire ex novo un Tribunale nell’area dell’ex bagno pubblico di Viale
Cavour; collocare la nuova sede sull’area della ex chiesa della Rosa e della retrostante caserma dei carabinieri in
via Armari.
Per l’ex chiesa della Rosa utilizzando quanto restava dei muri e delle fondazioni della caserma si trovarono
d’accordo quasi tutti quando nel 1950 arrivò a Ferrara il sottosegretario del Ministero di Grazia e Giustizia che si
incontrò in Prefettura con gli enti interessati. Un primo stanziamento di 100 milioni esisteva già nel bilancio 1949-50 e
solo dopo l’approvazione del progetto si poteva iniziare. Alle parole non seguirono i fatti.
Nel 1956 verrà ricostruito il palazzo della Ragione con una moderna struttura architettonica e una diversa destinazione
d’uso mentre il Tribunale rimarrà in Garibaldi fino ai primi anni ’80. Nel 1981 inizierà il recupero, la
ristrutturazione, la demolizione dell’antico collegio dei Gesuiti trasformato in scuola dagli anni venti. Su
un’area di 11.500 mq., progettato da Carlo Aymonino, coadiuvato dall’ingegner Alberto Torti, si costruirà in Via
Borgoleoni il nuovo Tribunale. I lavori si concluderanno nel 1984 con un costo di 10 miliardi.
Tratto da “il Resto del Carlino” del 5 dicembre 2010
Autori: Giorgio Mantovani, Leopoldo Santini