Le Fontane

Arte e Cultura

Le fontane di Viterbo costituiscono, nel loro insieme, un complesso architettonico che probabilmente non ha eguali in tutta Italia. Per il periodo che va dal XIII al XIV secolo gli esemplari di Viterbo offrono una documentazione insostituibile per riscoprire caratteristiche strutturali ed elementi decorativi derivanti dal mondo classico.

Nelle antiche carte topografiche della città, il tessuto urbano appare caratterizzato da piazze, nelle quali compaiono sempre una chiesa ed una fontana, simbolo entrambe della comunità cittadina medievale.

Al momento dell'impianto urbanistico della città, le fontane costituirono il fulcro dell'abitato: quelle più semplici, a vasca rettangolare, venivano usate come abbeveratoi, poste lungo le vie e in prossimità delle porte di accesso della città. Quelle a forma monumentale, "a fuso" o a "coppe sovrapposte", hanno invece una collocazione particolare, poiché sembrano situate nel punto di separazione tra l'area di pertinenza della parrocchia, o contrada, ed il percorso viario, in modo da offrire ristoro senza occupare spazio prezioso per il transito.

Dalle cronache cittadine si riscontra che la maggior parte delle fonti pubbliche di Viterbo risalgono al periodo medievale. Dello stesso periodo sono anche alcuni lavatoi ed alcune fontane situate nei chiostri dei conventi. Inoltre il controllo dell'efficienza delle fontane, la cui costruzione e manutenzione era finanziata dalle singole contrade, era stabilita dalla legislazione ed era affidata all'istituzione dei “balivi viarum” che dovevano verificare la regolarità dell'afflusso idrico, garantire la limpidezza dell'acqua e provvedere a far eseguire la pulitura delle vasche.