Atrani: le tante facce del più piccolo comune italiano

Atrani: le tante facce del più piccolo comune italiano

Atrani è un borgo della Costiera amalfitana di circa 800 abitanti, posto nelle immediate vicinanze di Amalfi. Si estende lungo la valle del fiume Dragone, sviluppandosi in un antro piccolissimo, da cui diversi studiosi ritengano derivi il nome. L’aggettivo latino ater (tetro) rappresenterebbe l’idea di un borgo simile a un oscuro antro, poiché posto tra le anguste pareti rocciose dei Monti Lattari che cadono a picco sul mare. Il borgo, nonostante la sua piccola superficie, riesce a racchiudere molteplici identità.

Atrani: le tante facce del più piccolo comune italiano
Ph. Paolo Robaudi

Il punto sulla mappa più piccolo d’Italia

Le città sulle mappe sono normalmente indicate con dei puntini. Il classico punto di localizzazione di una località non basterebbe però a rappresentare Atrani. Il Comune, con i suoi 0,12 km2 di estensione, è infatti il più piccolo d’Italia. Le ridotte dimensioni ne rendono difficile la rappresentazione nella cartografia classica. La superficie di Atrani, nella maggior parte delle mappe, ci apparirà come il più impercettibile dei puntini.

La linea che divide il borgo

Per ogni punto passano infinite rette. Ad Atrani c’è però un’unica grande linea che taglia in due il già microscopico puntino: la strada statale amalfitana. Il percorso panoramico che collega tutti i borghi costieri, da Vietri sul Mare a Meta, attraversa il cuore di Atrani in pochi secondi di automobile.

La strada amalfitana è apparentemente l’unica strada di Atrani ed è tutto quello che i viaggiatori vedono nel raggiungere Amalfi o Positano. Soltanto fermandosi si riescono ad afferrare le prime dimensioni del borgo. Dall’alto della strada, a seconda della direzione dello sguardo, ci si ritrova proiettati in due panorami completamente diversi.

Atrani: le tante facce del più piccolo comune italiano
Ph. Gregory Smirnov

Nel primo panorama notiamo le tante palazzine dai colori delicati, che salgono verso l’alto. Abitazioni poste l’una sull’altra, isolate dal traffico veicolare e connesse da scale e vicoli. Resiste la struttura originaria del borgo, risalente al Medioevo.

Nel secondo c’è invece il mare, che comunica con la strada attraverso la brezza. Atrani è storicamente un borgo di pescatori. La pesca, un tempo principale attività del borgo, è ancora oggi presente in modo significativo. La piccola spiaggia è affollata da bagnanti ogni estate ma è anche il punto da cui di sera partono le lampare.

Atrani: le tante facce del più piccolo comune italiano
Ph. Gregory Smirnov

La forma triangolare

Provando a unire il mare e le casette accatastate, notiamo che la vera forma del borgo è quella di un triangolo. Erasmo Pistolesi approfondì nel 1845 le similitudini tra Atrani e un quartiere nordafricano.

Atrani sembra porgere una mano a Minori e l’altra a Amalfi, ed è quel luogo, che il re Manfredi popolò di Arabi; conserva tuttora la sua africana fisionomia. Alla forma di un triangolo, il cui vertice è tra le fauci della montagna, e la base sulla spiaggia, si prenderebbe per un quartiere di Tunisi o Algeri.

Erasmo Pistolesi, 1845

Nel XII secolo mille marinai Alessandrini furono infatti inviati ad Atrani dal Re Manfredi, per punire la popolazione schierata a favore del Papa nella lotta tra Papato e Impero. I saraceni avrebbero abbandonato Atrani solo molto tempo dopo. Gli abitanti nel 1274 eressero una chiesa in suffragio di Santa Maria Maddalena, in quanto si attribuì alla Santa la liberazione di Atrani dagli Alessandrini.

Ancora oggi è visibile la fisionomia araba descritta da Pistolesi. La base del triangolo altro non è che il mare, in tutta la sua ampiezza, e il vertice alto il punto in cui le case si fanno rade e lasciano spazio alla rocce smisurate dei Monti Lattari.

Infinite dimensioni

Il borgo assomiglia a una montagna che si apre verso il mare. La forma triangolare non basterebbe però a raccontare tutte le dimensioni di Atrani, in quanto composta da stradine rampicanti, da rocce dalle altezze vertiginose, da un’altissima densità abitativa e da un cielo che si confonde con il mare.

Sono poi tante le storie che travalicano i confini del ristretto comune, dai legami con il Nord Africa fino agli echi rivoluzionari di Piazza Mercato a Napoli. Nel 1647 si sarebbe infatti rifugiato ad Atrani Masaniello. Il celebre capopopolo napoletano, per sfuggire ai soldati del Vicerè, avrebbe trovato riparo nella cavità nota poi come “Grotta di Masaniello“, poco distante dalla casa dei suoi nonni materni. Tommaso Aniello D’Amalfi, come la maggior parte degli atranesi, era un pescivendolo.

La storia di Atrani si intreccia poi con quella della vicina Amalfi. Era parte del Ducato di Amalfi, che si estendeva da Cetara a Positano, e si fregiava del titolo di città. Era inoltre sede dell’aristocrazia e solo agli amalfitani e agli atranesi era riservato il diritto di eleggere o deporre i capi del Ducato.

Atrani: le tante facce del più piccolo comune italiano
Ph. Patrick Schneider

Atrani nel cinema

La bellezza di Atrani, che fa parte del club “I borghi più belli d’Italia“, non è passata inosservata alle produzioni cinematografiche, che hanno scelto il borgo come location di numerosi film. Ricordiamo in particolare Le seduttrici, film del 2004 con Helen Hunt e Scarlett Johansson, basato sulla commedia Il ventaglio di Lady Windermere di Oscar Wilde. La pellicola racconta le avventure di ricchi americani tra Atrani e Amalfi. Se l’immagine di Amalfi che traspare dal film, ambientato nel 1930, è un po’ stereotipata e da cartolina, Atrani viene scelta dai protagonisti come luogo in cui mangiare ottimo pesce e isolarsi dalla mondanità.

Riferimenti:

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