12 gennaio 1976: la lotta dei Proletari in divisa – PID

 

12 gennaio 1976, in quasi tutte le caserme del Nord Italia moltissimi soldati scendono in sciopero bianco contro i trasferimenti: è solo il primo episodio di lotta di un anno che vedrà numerose iniziative tra i militari, volantinaggi, interventi pubblici, cortei e scioperi del rancio.
Il 1976 è probabilmente l’anno in cui si conta il maggior numero di azioni di lotta messe in campo dai Proletari in divisa, organizzazione nata tra il 1969 e il 1970, come estensione e generalizzazione dei contenuti del movimento studentesco, da un gruppo di militanti di Lotta continua che si trova a dover sostenere il servizio militare obbligatorio.
Questa origine è ben sintetizzata in un documento del “collettivo esercito” – movimento studentesco di Pinerolo – del marzo 1970: ” … perché operai, studenti e braccianti che hanno fatto le lotte in questi anni non devono considerare il militare come una parentesi nella loro vita, ma devono poter continuare a lottare, dentro le caserme, così come hanno lottato a scuola, nelle fabbriche, nelle campagne”.
La nocività e la pericolosità delle condizioni di vita è la contraddizione più immediata, intorno alla quale si sviluppa un embrionale programma, che arriva poi ad investire la violenza della struttura gerarchica ed a rivendicare concreti spazi politici all’interno delle caserme.
Ancora più importante per i compagni che si apprestano al servizio militare è inserire la lotta contro l’esercito nel quadro complessivo della lotta di classe, cercando innanzitutto di combattere la funzione repressiva antiproletaria dei militari, in questi anni sempre più spesso chiamati a cooperare nella difesa dell’ordine pubblico contro scioperi, manifestazioni e iniziative messe in campo da operai e studenti, e a svolgere vere e proprie azioni di “crumiraggio” ( i militari vengono adoperati per sostituire lavoratori pubblici in sciopero).
Fortemente sentita è anche la necessità di collaborazione e coordinazione tra le caserme di tutta la penisola: per questa ragione strumenti importanti diventano il giornale “Proletari in divisa”, seppur abbia avuto vita breve ed irregolare, la pagina settimanale su “Lotta continua” e la pubblicazione “Da quando son partito militare”.
A partire dal 1975, i militari cominciano a partecipare a centinaia alle manifestazioni, in divisa (gli abiti borghesi sono proibiti anche nella libera uscita) e col volto mascherato (è proibito ai militari partecipare alle manifestazioni), protetti dai servizi d’ordine, a cominciare dal corteo indetto per l’Anniversario della Liberazione.
Sulla base del successo delle manifestazioni del 25 aprile viene indetta una assemblea generale del movimento in novembre, cui parteciperanno 220 delegati di 133 caserme. L’assemblea indice una giornata di lotta per il 4 dicembre, cui partecipano migliaia di soldati in 74 caserme.
Il Pci si schiera nettamente contro e boicotta la lotta del 4 dicembre, mentre sindacati, CDF di fabbriche, Coordinamento studenti e coordinamento quartieri, e i gruppi extraparlamentari appoggiano la giornata di lotta.
“Cari compagni, dietro le sfilate militari, come quelle del 2 giugno, ci stanno tante cose. Ci sta la volontà dello stato di mostrare la sua efficienza contro chiunque mette in discussione con le lotte proletarie le istituzioni. Ci sta l’uso di mezzi colossali che sono, per i cervelli dell’apparato militare, vere e proprie prove nell’eventualità i cui la lotta di classe renda necessario il loro intervento aperto contro i proletari in lotta. E poi ci stiamo noi, i proletari con le stellette. Sulla nostra pelle lo stato, i governanti, i generali e i colonnelli, i cervelli dell’apparato militare giocano i loro progetti.”- da Lotta Continua, 4 febbraio 1972

 

http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/168-12-gennaio-1976-la-lotta-dei-proletari-in-divisa

 

PROLETARI IN DIVISA

ASSOCIAZIONI SOSTENITRICI di

LOTTA CONTINUA

canzoni: da quando son partito militare

questa prigione è scura

un libro sui PID di Armando Toedesco

una ricerca sui PID dal web 

I NOSTRI DOCUMENTI

6 febbraio 1976

 I Proletari in Divisa organizzano  la campagna del Minuto di silenzio contro la nocività nelle caserme,. Tra i vari luoghi dove esso è effettuato è la caserma Perrucchetti di MIlano


bollettino dei marinai del Battaglione San Marco di Brindisi numero 1 febbraio 1975

Le richieste dei Proletari in Divisa

TARANTO: DICEMBRE1975 LE LOTTE DEI MARINAI CONTRO IL REGOLAMENTO DI DISCIPLINA E CONTRO FORLANI

RELAZIONE ALLA COMMISSIONE NAZIONALE PID

...quando l’ammiraglio BINI diede l’ordine di andare al leggere Lotta Continua…

http://www.pugliantagonista.it/archivio/italia_proletaridivisa.htm

 

Presentazione del libro “Pid,proletari in divisa 1969-1976”
di Armando Todesco ,C.s.t. Milano 2001 ,pag.316

Sull’onda del 68 nacque negli anni successivi un movimento di contestazione dentro alle caserme .
Gli studenti che avevavo prima vissuto il 68 nelle universita’ si trovavano subito nelle caserme un una volta che dovevano assolvere il servizio militare .
Non potevano certamente far finta di niente ed allora ecco nascere le prime analisi
sulle funzioni dell’ apparato militare in Italia e nel mondo .
Le riflessioni attorno a questo tema arrivavano ben presto alla definizione del ruolo dell’esercito nella societa’ :non un organismo proiettato verso l’esterno ,verso eventuali interventi militari come nel caso di aggressioni di stati esterni all’Italia ,ma verso l’interno e la storia dell’esercito e della vita all’interno nei decenni passati lo stava a dimostrare .
L’esercito equivaleva alla scuola ,era come la famiglia ,era come la religione ,era come la fabbrica, era come l’universita’:strumento della classe dominante per fini di potere
e per mantenere il dominio .
Per finta l’esercito era prevalentemente schierato sui confini con la Yugoslavia nella regione del Friuli regione piena di caserme e con una gran parte del territorio sotto il controllo dell’esercito .
Iniziano le prime proteste nelle caserme del Friuli che nei mesi portera’ alla creazione di una rete di piccole cellule contestative in tantissime caserme che fara’ tremare il potere della gerarchia militare .
Tutto il movimento inizio’ grazie ai militanti di Lotta continua e il giornale fece nascere anche un giornale dedicato alle lotte nelle caserme che uscira’ con una cadenza quindicinale ma con un a diffusa presenza .
Sara’ questo l’obbiettivo della caccia e della repressione delle gerarchie militari .

Giornalmente si verificano gli scioperi dei pasti .
La gerarchia militare ,dopo un primo momento di incertezza , prende i provvedimenti
con arresti .
Centinai di militanti Pid nelle caserme sono arrestati e moltissimi condannati al carcere miliatree di Gaeta .
(E’ utile dire che anche dai carceri militari si iniziava a organizzare la protesta per la qualita’ della vita in particolare per merito del partito radicale che organizzo’ manifestazioni davanti al carcere militare di Peschiera del Garda ).

Il movimento dei Proletari in divisa ,Pid ,riuscì anche a trovare dei momenti per farsi notare pubblicamente facendo partecipare molti militanti dei pid con il fazzoletto rosso sulla viso alle manifestazioni che per il 25 aprile dell’ anno 1975 .
Le forze politiche prima appoggiarono la repressione e ignorarono il movimento, ma negli anni successivi si dettero da fare e come Ministero dell’esercito si propose la creazione di discutere sull’ipotesi di organismi di rappresentanza dove nero su bianco si dettero alcuni diritti sul rapporto rapporto con le gerarchie e diritti e spazi di discussione ai soldati .
Questo fu poi il risultato finale e istituzionale di questo vasto movimento che si cerco’
in tutti i modi di nascondere sia dal governo sia dalla sinistra istituzionale che lo osteggio’ .

Sostanzilmente si creo una legge a favore di una migliore e piu’ proficua collaborazione tra soldati e soldati e gerarchie ,ma fino al punto in cui non si andasse al di la’ della soglia del mantenimento dei fini ultimi dell’esercito che doveva rimanere quello di sempre :un mezzo per misurare l’affidabilita’ al sitema democratico e individuare i diversi per metterli nei terreni dell’emarginazione sociale o in carcere .

Nell’esercito si e’ verificato cio’ che accadde anche nell’universita’ che aveva lo scopo di raffreddare il 68 con organismo per dare sfogo alle critiche ma nei limti della regolarita’ del funzionamento delle istituzioni che in fondo significava che le cose rimasero nella sostanza allo stesso modo :una pennellata di organismi per ascoltare di piu’ i contestatori aprendo
alle condizioni sociali e politiche su cui il mondo politico non si poteva tirare piu’ indietro
e basta .

A.Tod.

http://duemilaragioni.myblog.it/archive/2008/04/21/armando-todesco-i-pid-proletari-in-divisa.html

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