28/06/2007

Questioni di rasatura


Ero davanti al distributore di bevande calde insieme a Creativo n.1, Creativo n.2 e Creativo n.3. Creativo n.1 ha detto:
– Chi lo offre il caffè questo giro?
– Facciamo a sorteggio – ha proposto Creativo n.3.
– No, facciamo a chi ce l’ha più lungo. Chi ce l’ha più corto paga – ha proposto Creativo n.2.
– Da moscio o da duro? – ha chiesto Creativo n.3
– Questo è un metodo da scuole medie, cazzo. Roba vecchia. Siamo o non siamo creativi? – ha detto Creativo n.1, o forse l’ho detto io.
– Benissimo, allora. N.5, tu, quante lame ha il tuo rasoio? – ha detto n.2 puntando verso di me con il mento.
– Due – ho risposto io. Tutti hanno riso.
– Io uso un rasoio a tre lame – ha detto n.3, e si è passato il polpastrello sulla guancia liscia.
– Robetta. Il mio rasoio ha 4 lame – ha detto allora n.2, con aria di superiorità. La sua pelle mandava bagliori lucenti – E tu? – ha chiesto quindi rivolto a n.1. Tutti ci siamo girati verso n.1, che impassibile ha alzato la mano come per giurare e ha spalancato le dita.
– Cinque. Io uso un rasoio a 5 cinque lame. Spiacente, schiappe.
– Cazzate. Non esiste un rasoio a 5 lame – ha detto n.2, ma gli tremava la voce.
– Non hai mai sentito parlare del Pentalame Clebbino, stronzettino mio? Non ti ricordi la pubblicità? Ti rade la guancia in mezza passata. Cazzo, eppure è roba nostra. Lo facciamo noi. Il claim gliel’ho fatto io: “Pentalame Clebbino. No ci mettiamo 5 lame. Tu ci metti la faccia”.
– Tu ci rimetti la faccia, vuoi dire – ha detto n.3. Abbiamo riso tutti.
– Bandini. Pagare – ha detto n.1.
una produzione Clebbino at 11:57:00

25/06/2007

La puntata censurata di Criminali Buffi!


Purtroppo, come gli appassionati sapranno, anche la stagione di quest’anno del mio programma tv preferito, “Criminali Buffi”, è terminata. Però forse non tutti sanno che è uscito da poco il  cofanetto dvd che raccoglie tutte le puntate di “Criminali Buffi – Stagione 2006-2007”, più la mitica puntata “Il rapinatore fiscale” che non è mai andata in onda perché censurata per il suo contenuto ritenuto troppo violento.
Ieri dunque ho comprato il cofanetto e sono andato a casa di Fonzi Banana, l’ortolano, a vedere la puntata cult, perché io non ho il lettore dvd. Fonzi aveva organizzato una visione collettiva a casa sua, c’erano pure Fante Facinte Pozzoni, Pandit Keralj e altri.
Niente, la puntata inedita raccontava la vicenda di questo criminale buffo che entrava nei negozi travestito da normale cliente, e infatti nessuno ci faceva caso. E fino a un certo punto si comportava proprio come un normale cliente,, se entrava dal fornaio ordinava degli sfilatini, se entrava al bar ordinava un caffè, se entrava dal ferramenta ordinava un set di cacciaviti, e così via. Il  negoziante, ignaro, gli imbustava la merce e gliela porgeva attraverso il banco e gli diceva buongiorno e grazie, o buonasera e grazie (e a questo punto sullo schermo scorrevano le immagini in bianco e nero originali riprese dalle telecamere a circuito chiuso dei negozi durante i colpi del criminale, e la tensione saliva alle stelle). Il criminale buffo pagava, il negoziante gli dava il resto, il criminale prendeva la busta in mano ma restava fermo, immobile, come aspettando qualcosa. E quando il negoziante alzando lo sguardo se lo rivedeva lì gli diceva: serve altro?. E il criminale, quasi sussurrando – forse per non farsi sentire dagli altri clienti, per evitare quindi che chiamassero aiuto – diceva: “lo scontrino”.
Il negoziante talvolta faceva il sorriso fesso di chi non capisce, e diceva “Come?” ed era allora che il criminale buffo estraeva una pistola ad acqua e la puntava contro il negoziante urlandogli “Voglio la ricevuta fiscale di quello che ho comprato, o ti sparo su quella faccia di bronzo che ti ritrovi, CHIARO?”
A questo punto, di solito il negoziante, tremando, digitava il prezzo sul registratore di cassa e, tremando, consegnava lo scontrino al criminale,, ma se soltanto esitava qualche istante di troppo, il criminale iniziava a sparare raffiche di Sprite (la pistola era caricata a Sprite) contro il povero negoziante, urlando lo scontrino questo cazzo di scontrino lo vogliamo fareeeeeeeeeeeeee! E poi scappava via, con la sua busta sottobraccio.
Con questi suoi colpi, il rapinatore fiscale ha terrorizzato per più di due mesi i commercianti di un’intera città, che sono anche arrivati a organizzare un corteo di protesta. “Ci sentiamo abbbandonati dalle autorità nelle mani di questo criminale” diceva un commerciante in alcune immagini di archivio della manifestazione “non è possibile che noi non possiamo difenderci dai malviventi” e così via. La fulminante carriera del rapinatore fiscale si è interrotta alla fine dello scorso anno in una cartoleria, durante le feste di Natale, quando un negoziante ha reagito al tentativo di estorsione dello scontrino del criminale  e quindi alle sue tremende raffiche di Sprite sparandogli contro due colpi di Beretta che gli hanno forato un polmone e leso la colonna vertebrale. Adesso il criminale buffo è costretto su una sedia a rotelle e quando parla sotto alle sue parole si sente il fischio come di un pallone bucato, è il suo polmone leso. La conduttrice del programma, in collegamento con lui, gli ha chiesto che cosa lo spingeva a seminare il terrore tra i commercianti, il criminale ha provato a rispondere ma dalla sua bocca è uscito soltanto il fischio di pallone bucato, fiiiiiiii. Fonzi Banana a quel punto ha premuto stop e ha detto ti è andata bene, dovevi morire, dovevi. Bastardo. Io, se Keralj non mi teneva per le braccia, per poco non gli ho spaccato la testa.
una produzione Clebbino at 12:43:00

19/06/2007

Ascensione, pianificazione, incomprensione


Entro nell’ascensore, mi giro verso l’uscita. Le porte stanno per chiudersi quando la chiusura viene bloccata da una mano, che non è la mia. È quella di una donna che si intrufola nell’ascensore e che io non ho mai visto prima.
- A che piano, signora?
- Quarto, grazie.
- Allora andiamo allo stesso piano.
- Eh mi pare proprio di sì. Sì.
- Siamo sullo stesso piano.
- Abitiamo allo stesso piano, sì.
- Eh no. Io ho detto che siamo sullo stesso piano, non che abitiamo allo stesso piano.
- Ma ci abitiamo, invece. E poi perché saremmo sullo stesso piano?
- Se ci abitiamo è molto strano, non ci siamo mai incontrati prima. Siamo sullo stesso piano perché andiamo allo stesso piano. Cioè era una battuta.
- Ci siamo incontrati un sacco di volte invece.
- È una battuta?
- No, è la verità. Lo vede: non siamo sullo stesso piano. Ci abitiamo e basta.
- Forse non ci siamo mai incontrati per questo, perché non siamo sullo stesso piano.
- Siamo al piano. Permesso, permesso.
- Un momento! Adesso come dobbiamo regolarci? Cioè se abitiamo allo stesso piano ma non siamo sullo stesso piano come funziona l’ascensore?
- Funziona benissimo l’ascensore, è lei che non funziona. Buonasera.
- Forse dobbiamo elaborare un piano.
- Buonasera.
- Era una battuta. Ah ah. Non l’ha capita? Essere sullo stesso piano, elaborare un piano.
- Le sue battute non posso capirle, se non siamo sullo stesso piano. Buonasera.
una produzione Clebbino at 17:04:00

13/06/2007

Il rapimento e l'estasi


Allora poiché qualcuno qua ha insinuato che la bambola gonfiabile di Bandini sia stata rapita da Mario Cecioni che è il proprietario di RapidoPizza per il quale mi pregio di consegnare le pizze a domicilio, ci tengo a rassicurare il Bandini prima che venga qua in pizzeria brandendo una spranga e minacciando di morte lenta e violenta il Cecioni che mi sento di escludere che Mario abbia rapito Giselle, per una serie di motivi. Motivo primo: Mario è diabetico e non credo che potrebbe mangiare i Pandistelle e quindi gli mancherebbe la materia prima (i pacchi di Pandistelle) con cui scrivere il messaggio anonimo. Motivo secondo, Mario non sa dove abita Bandini, come potrebbe rapirgli Giselle? A meno che non si ipotizzi che Giselle sia andata lei a casa di Mario o in pizzeria, alla quale ipotesi la mia reazione è: ah ah!
Motivo terzo: Gina, la moglie di Mario, se per caso trova in casa una sventola come Giselle ci sta il caso che fa il putiferio e strappa con la violenza tutti i peli dalle spalle di Mario, uno per uno con sadismo.
Ieri Armenia mi ha chiesto: che riscatto saresti disposto a pagare per liberarmi? Io le ho detto: Army, nessun riscatto e sai perché? Perché non ti  potrebbero mai rapire che io e te abbiamo i diti sempre intrecciati che se ti rapiscono ti possono riuscire soltanto strappandomi i diti che rimarrebbero intrecciati ai tuoi, nel qual caso mi sarebbe sufficiente seguire le tracce di sangue per ritrovarti. Armenia mi ha guardato e ha detto: “Cinquantamila euro? Centomila? Un milione?” Allora io le ho detto: Army, quando vincerò al SuperBingo d’Oro ti potrai far rapire tutte le volte che vuoi, ma fino ad allora fammi il piacere di stare al sicuro ok?
una produzione Clebbino at 15:12:00

07/06/2007

Rapimento e lacune


Stamattina mi è arrivata per posta una busta gialla con dentro questo messaggio anonimo scritto con le lettere ritagliate da varie buste di Pan di Stelle:
IO O CISELLE
POTTA I SOLDI
E IO LA LASCIO

Nonostante il foglio con le lettere ritagliate fosse molto colorato e allegro, il messaggio è drammatico. È come pensavo io, qualcuno ha rapito Giselle e ora vuole un riscatto per liberarla. Solo che il bastardo rapitore nella foga della violenza ricattatoria si è dimenticato di dirmi quando e dove devo portare i soldi, e soprattutto quanti soldi. Sono disperato. Spero che si faccia vivp di nuovo. Eppure il gommista Sgommo non me la racconta giusta, secondo me lui è implicato, l’altra volta quando sono andato da lui aveva la faccia dell’implicazione.
una produzione Clebbino at 11:31:00

29/05/2007

l'uomo vile (1)

sto guidando la macchina mentre Lei siede sul sedile accanto e parla, parla, parla senza dire mai nulla. probabilmente sono innamorato di lei, forse no. forse ho solo paura di restare da solo, ma preferisco non chiedermelo. in fondo la vita è fatta di istanti e in questo istante Lei è qui accanto a me, e finchè ci resterà non rimarrò mai da solo.

intanto Lei è lì che parla, e dice cose sul suo oroscopo. poi mi chiede qualcosa ma la sua domanda mi sfugge e così Lei è costretta a ripetersi. intanto la radio passa una canzone di quelle che mi piacciono, e così bypasso per la seconda volta la sua voce e non mi resta che improvvisare.

<<bhe, non saprei. tu che ne pensi?>>

le chiedo, e Lei ricomincia a parlare, e mi dice quanto sia importante interessarsene, quanto le persone che frequentava nell'altra città fossero rispettabili, famose, serie. non abbiamo ancora fatto sesso e probabilmente non lo faremo per un bel po' di tempo, Lei è una di quelle che in passato l'ha data a destra e a manca e adesso prima di fare un altro errore ci pensa bene. io lo so che sarò un altro errore, ma Lei come può saperlo?

le metto una mano sul ginocchio, glielo strizzo un po' e poi ritiro la mano. Lei mi guarda esterrefatta, smette di parlare per un secondo, poi ricomincia.

<<ora sta un po' zitta>> le dico, soltanto per vedere la sua reazione.
by White
una produzione Clebbino at 23:01:00

Le cose piccole, tipo le api


“Le api stanno sparendo” ha detto mio padre mentre stavamo andando in macchina dal ferramenta, ieri. Io ho sospirato.
- Vuoi dire le Api Piaggio?
- Cretino. Le api. Gli insetti.
- In che senso stanno sparendo.
- Stanno morendo. C’è la moria delle api, non lo sapevi. Negli Stati Uniti sono sparite tra il 60 e il 70% delle api. Il fenomeno si sta diffondendo anche in Nord Europa. E presto toccherà all’Italia.
- E di chi è la colpa?
- Secondo uno studio, dei cellulari. Insomma, delle onde elettromagnetiche. Le onde elettromagnetiche disorientano le api, che così non riescono a tornare alle arnie, e così muoiono.
- Cosa posso dire. A me il miele non piace.
Mio padre ha tirato il freno a mano. Stavo guidando io. Per poco non ci ammazzavamo.
- Non ti piace il miele! Non ti piace il miele! Ma il problema non è che non ci sarà più miele, idiota. Il problema è più grande. Le api impollinano i campi, hai presente. Se le api scompaiono, molti campi non vengono più impollinati. Così i raccolti vanno a puttane e così anche il genere umano andrà a puttane.
- Ok. Scusa. Non lo sapevo. Che ne dici di calmarti? Posso togliere il freno a mano ora?
Ho tolto il freno a mano e siamo ripartiti.
- Einstein diceva che se le api dovessero scomparire, alla specie umana resterebbero quattro anni di vita. Maledizione, le cose piccole. Perché la gente non si cura delle cose piccole.
- Madonna babbo, l’apologia delle piccole cose no, ti prego.
- Non parlo delle piccole cose! Parlo delle cose piccole, come le api. Si comincia a perdere di vista le cose piccole ed è finita. Ad esempio, quel lavavetri di prima, all’incrocio.
- Ho paura di quello che stai per dirmi.
- E fai bene.
- Che cosa dovevo fare? Il parabrezza è pulito, dovevo farmelo pulire di nuovo? Dovevo fargli l’elemosina?
- Non dico questo. Non dico che dovevi farti pulire il vetro. Ma non basta dire di no? Sorridere e dire: no, grazie. Invece, quando lui si è avvicinato, hai fatto quella cosa tremenda.
- Gli ho detto no. E allora?
- Non è quello.
- E allora cosa, diosanto.
- Sei andato avanti con la macchina. Ti sei spostato di quel mezzo metro. Ti sei scostato. Tu e tutti gli altri. Quel gesto di fastidio. È insopportabile. Fossi io un lavavetri ve lo spaccherei, il parabrezza.
- Ma certe volte non basta dire no. Dici no e loro arrivano e te lo puliscono lo stesso.
- Va bene. Questo è irritante. Vogliamo fare a gara a chi è più irritante?
- Vinceresti tu.
- Fammi scendere. Continuo a piedi.
- Siamo arrivati, babbo.
- Ah.
- Già.
- Con te tutto diventa grottesco. Un abbraccio.
L’ho abbracciato.
una produzione Clebbino at 17:23:00